lunedì 29 giugno 2009

Because the night

La pioggia scende sottile e i lampi si susseguono veloci, illuminano il cielo per parecchi secondi prima che tutto torni alla consueta e rassicurante oscurità. È questo che dovrebbe essere la notte. Buio. Completo. Tuttavia, le piace il rumore. Le piacciono le fitte dolorose che le provocano quei tuoni troppo forti, fitte che le arrivano dritte al cuore e, ne è sicura, lo fermano per una frazione di secondo. Comincia ad avere paura. Una paura che le prende prima le dita con un formicolio acuto, si estende piano alle mani e lei ha voglia di affondare le unghie nei palmi e vedere uscire il sangue, così, dolcemente, un nastro sottile rosso annacquato che le scende lungo l’avambraccio formando piccole gocce che colano dal gomito. Ha davvero paura ora. La pioggia si è fatta più intensa, cade perpendicolare al suolo in filamenti continui e caldi che le si appiccicano ai vestiti. Indugia sulla porta di casa annusando l’aria intorno, ascolta i tuoni farsi sempre più vicini e i lampi la avvolgono completamente, riverberano attorno a lei facendole girare la testa. L’aria ha un sapore così buono, è elettrizzante e le fa venire la pelle d’oca. Seduta per terra, decide di aspettare. Bagnata fradicia, i vestiti che si inzuppano di pioggia ogni secondo di più, le mani che tremano e il cuore a mille, crede che tra poco le uscirà fuori con un’ultima calda pulsazione. Vederlo rotolare ai suoi piedi, quale soddisfazione.

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