venerdì 29 maggio 2009

The Burning Plane

Prometti ancora di non toccarmi?
...
...
Lo prometto

Se solo sapessi quanto

one. Acqua aria terra fuoco.
Da quello che mi piace meno, a quello che amo di più.
Amo le cose che abbiamo in comune, e le poesie.

two. Faccia Di Velluto, Daniele: "..e sono io che sono fuori, e fuori piove anche..che giornata di merda" che poi non c'entra assolutamente niente, ma sono felice, confusa e felice e anche un po' esaltata, e il testo di questa canzone è divertentissimo, il tono che dà alle parole per poco non mi faceva cadere dalla bicicletta dal ridere.

three. Disturbo di tipo comportamentale collocato nel ramo della Mania. Soffre di una Mania di tipo Affettivo le cui principali caratteristiche sono: Euforia; stato non realistico di esaltazione e di fiducia in se stessi. Questo è ciò che mi ha diagnosticato la Lindy, insieme a un sacco di altri disturbi della personalità dovuti ad alta emotività, nonchè un disturbo ossessivo compulsivo sempre di personalità. I nomi di tali disturbi sono veramente belli.

four. Parlare con la Linda fa male. Non fatelo. Perchè poi si evolve tutto in uno stream of consciousness molto, molto pericoloso. Esempio:
Io (irritata, verso una terza persona non presente al momento): "perchè non ti trovi un passatempo, --- ?"
Lei (aria mistico/trascendentale, occhi al soffitto): "SEI TU IL SUO PASSATEMPO DOMI"
Io: "..preferirei essere il passatempo di qualcun'altro"

giovedì 28 maggio 2009

Memorie filosofiche

La perfezione non esiste.
L'amore, in senso platonico, non esiste.
La felicità non esiste. Ciò che scambiamo per felicità è in realtà la ricerca di essa.
La psicologia è sbagliata.
I criteri di valutazione soggettivi.
Il tempo, quante volte ne perdiamo la congnizione?
Alle fotografie si applica un criterio di bello estremamente variabile.
Per la giustizia, vedi Sofocle.

Viviamo in un mondo approssimativo.

mercoledì 27 maggio 2009

SBANG

Velocità. Velocità.
Acceleratore frizione cambio acceleratore.
Più veloce.
Accelera, accelera.
Frizione cambio acceleratore. Ancora.
Senti come un'angoscia montare dentro.
Un'angoscia e parallelamente un senso di controllo totale.
Sei tu che comandi ogni cosa.
Silenzio, la strada dritta.
Non vi capita mai/
e come lo controllate/
voi tutti/
quel desiderio irrefrenabile di spostare lievemente le mani?
Basterebbe un tocco. Silenzio.
Un giro leggero, solo con le dita, leggermente a destra, di più, di più
la scena aumenta di velocità, ancora,
le mani salde sul volante
il motore sale di giri, comincia a far rumore, un rumore che cresce, come
il desiderio che si propaga a velocità incontrollata fino alle dita dei piedi
manca il respiro
controllo totale
gli occhi fissi sulla strada
più veloce
il rumore che si accresce, si amplifica
ingloba ogni cosa e tu dentro
dentro al rumore
è avidità
come puoi chiamarla altrimenti?
vita
vita
l'auto sbanda, una virata improvvisa a destra,
di una forza immane, spaventosa
e anche tu sei spaventata
ma premi sull'acceleratore e non lo lasci andare
non lo lasci andare
permetti all'auto di sbattere contro un'albero a una velocità assurda
lo colpisci in pieno
senza riserve
con un'energia che non ti lascia la più piccola difesa
e poi uno schianto
chi può chiude gli occhi
li serra forte per non vedere
per non vedere cazzo
un grande animale fumante
scintille fuoco fiamme sangue e quel rumore metallico ASSORDANTE
ti uccide ti strappa è un dolore acuto lancinante mortale fa paura ribrezzo disgusto terrore panico dà la nausea e ti costringe in ginocchio a vomitare l'anima senz'aria nei polmoni e parole nella bocca

Ed è, a suo modo, quiete.

lunedì 25 maggio 2009

Lmfao

Daniele a mezzogiorno e un quarto sotto un sole liquido e l'aria che potevi tagliarla con un grissino. Come il tonno. L'olio nella lattina poteva essere il mio sudore, che ha lasciato il segno sul vestito viola nel punto in cui le spalline dello zaino poggiavano sulla stoffa. Un'afa che i piccioni cadevano sulle strade stecchiti e le talpe tornavano in letargo, per dirla con Virginia. Allargavi le braccia e ti sembrava di nuotare in un qualcosa che opponeva resistenza, una resistenza un po' vischiosa e appiccicaticcia, anzi, tachente.
Salirò.
Il testo di questa canzone non mi è mai sembrato bello come oggi.
Sono rimasta fuori dal portone di casa ad aspettare che finisse per evitare di perdere quello stato mentale che mi permetteva di ascoltarmela e goderne fino in fondo, come non ho mai fatto nemmeno quando mi hai portato il cd. La nota a fianco, scritta in lilla, diceva "perchè il primo amore non si scorda mai" Giuro, mi stavo cappottando dalla bici a forza di ridere. Era esilarante.
Ancora di più quando sono salita in cucina, ho acceso la tv su un canale a caso e ho beccato Mtv, e cosa c'era su Mtv? Chart Blast. E indovina chi c'era su Chart Blast (oltre Carmen Electra). Joss. Joss! Pensavo di morire da quanto era comica la situazione. Ma sul serio! Comica davvero!
Ahahah, stato di grazia.

Era una notte buia e tempestosa

Darei qualsiasi cosa per te.
Porca puttana quanto mi manchi.

giovedì 21 maggio 2009

Masochismo. Non c'è altra parola.

Love Story -Taylor Swift-

Ho in mente un vestito nero, aderente, un tubino con le spalline fini. Ha un'unica applique di raso bianco sulla scollatura, eppure è un vestito da matrimonio. Poi c'è un campo di grano dorato, un'albero, uno solo, e un altro vestito, stavolta rosso, di chiffon leggero tanto da confondersi con i petali dei papaveri che incorniciano il tuo volto. Un vicolo di ciottoli sconnessi e il cielo che si specchia nell'azzurro dei tuoi occhi. Grilli e cicale in questa strada d'estate incorniciata da alti alberi verdi, verdissimi, mi stringi la mano e sorridi a quello che dico.

"ho sempre paura quando sto con te ho paura di baciarti di stringerti di sfiorarti ho paura di quello che faccio e di come lo faccio ho paura di quello che fai tu ho paura che ti fermi e ho paura che continui ho paura che finisca ho paura di lasciarti andare via ho paura di stare troppo male senza di te.

non voglio perderti.."

Quella volta ho sbagliato risposta?

come vorrei baciarti ora. a chi sto parlando?

lunedì 18 maggio 2009

Gigantografia

Provate voi, ad ascoltare Snow in queste condizioni.
Primavera inoltrata e sole ancora freddo, destinato a diventare incandescente prima di mezzogiorno.
Voglia di vivere che ti trapassa la pelle.
Voglia di volare.
Semplicemente, allargare le braccia e su.
La sentite la vertigine?
Quando manca il respiro e c'è quel vuoto nello stomaco.
Spinti sempre più in alto ad una velocità folle, l'aria che taglia la faccia.
Lacrime, ma non di pianto.

Smiling

Che alla fine ci facciamo del male con l'unico scopo di assaporare il bene?
Ci feriamo per goderci la cura?

Grazie a tutti quelli che c'erano oggi. <3

venerdì 15 maggio 2009

Feng-shui

Oggi è stata una giornata una giornata un po’ così.
Ognuno l’ha vissuta come più ha preferito, o come il destino gliel’aveva scritta.
C’è chi ha parlato, parlato a nastro, senza interruzione; c’è chi è rimasto zitto ad ascoltare quello che parlava; c’è chi è salito in treno e non pensava di dover affrontare la telefonata che ha ricevuto tre minuti più tardi. Altri hanno deciso per una pacca sulle spalle, altri ancora per una busta imbottita e un indirizzo scritto a pennarello. A qualcuno è capitato di urlare più forte di quello che avrebbe voluto, o di lasciare la saponetta nel posto sbagliato. A me è toccato in sorte di entrare in gelateria e ordinare un frappé al cioccolato, cannuccia gialla, e tornare a casa a studiare Kant. Poi sono scesa, mi sono affacciata al portone e ho ascoltato chi parlava a nastro, guardando chi invece ascoltava. Tornata di sopra, ho aperto lo sportello bianco della cucina, quello grande in angolo, e ho preso un sacco di plastica giallo, di quelli del secco. Arrivata in soppalco, ho acceso i Depeche Mode e ho aperto completamente l’abbaino. Con il sacco giallo in mano, ho cominciato a spazzare via tutto quello che c’era sulla libreria, sistematicamente, ripiano dopo ripiano. Poi sono passata ai cassetti e infine alla scrivania. È finito tutto dentro al sacco, a eccezione di poche cose, quelle davvero importanti. Avevo bisogno di spazio, di ordine, di pulito. Con un panno ho tolto la polvere da tutta la stanza, ho spazzato per terra e lavato i vetri. Sulla scrivania ho aperto una scatola di latta e ne ho svuotato il contenuto. È spuntato fuori, tra le altre carte e cartine, un post-it completamente scritto. Vuoi sapere cosa c’era sopra? C’era la fedele trascrizione di sei o sette messaggi, tuoi, di quando probabilmente non avevo il quaderno sottomano per trascriverli. Solo allora mi sono fermata. Non mi era successo niente nemmeno pulendo col vetril le scritte sul vetro della scrivania, che pian piano si stanno cancellando da sole. Ma cazzo, quel post-it, dovevi vederlo. Mi si è stretto il cuore. Un po’ come se si fosse abbracciato da solo, solo che ha premuto un po’ troppo e mi ha fatto male. Ho trattenuto il respiro e ho letto i messaggi che c’erano scritti sopra, con tanto di data e ora precise, e vuoi sapere anche che giorno era? Quello in cui sei venuta a dormire da me e abbiamo guardato Elizabethtown tutta la notte con i sottotitoli, io che piangevo e tu che ridevi.
In piedi sopra il divano, mi sono sporta dall’abbaino e ho dato fuoco a quel pezzetto di carta con l’accendino nero. C’è voluto un po’ di tempo perché non bruciava bene, e alla fine è rimasto solo quel fragile scheletro di cenere. Ti ricorda niente l’aggettivo “fragile”? Comunque, non prenderla sul personale. C’è voluto tanto di quel coraggio, credimi, ma ne avevo bisogno. Non posso rimanere attaccata al passato il modo così maniacale. Mi soffoca.
Ora la stanza e vuota e arieggiata.
E io non ho studiato Kant, ma almeno mi sono fatta del bene.

Un bacio alla mia coinqui, che ne ha davvero bisogno. Ti voglio bene sirenetta. XD

Canzone: Heart -No Other Love-

domenica 10 maggio 2009

Post-vita

apro la mia finestra perchè non riesco a respirare
l'aria intorno a me prude, irritante come tutte le cose che non ho fatto
c'è qualcosa che sta cambiando, non ho ancora preparato la valigia
sogno di baci e di apparizioni violente, vivaci
gli occhi lacrimano sale
le parole che non ho scritto, che non ho detto, che non ti ho detto, come una montagna, fanno paura, credimi, io ne ho paura
l'aria che entra qui non è fresca, non depura, non mi provoca nemmeno un brivido
insensibile?
avrei bisogno di calarmi giù dal balcone come un'apparizione, un'epifania, un deus ex machina, un'angelo sfolgorante di luce, ma
freddo, di un freddo intenso, glaciale
congelando l'atmosfera intorno potrei calarmi su queste voci e farle tacere
curare i miei occhi
una pioggia dorata è quello che immagino adesso
visioni e apparizioni
forse è l'ora tarda,
zoo-mbie zoo-mbie
è una canzone meravigliosa, lei è questa voce che mi fa impazzire
soffoco a tornare sotto le coperte, soffocherò
coprimi di ghiaccio e riportami alla luce

Conigli

Come su un'altalena
Su & Giù
Su & Giù
Nel momento esatto in cui ti viene da vomitare




Lezione di oggi: mai lasciarsi (andare)

sabato 9 maggio 2009

Luccicante un raggio di cometa attraversa il cielo, polvere di stelle

Appoggio il naso sul mio polso, tre centimetri prima che diventi mano. Inspiro a fondo, a pieni polmoni. In un primo momento l’odore mi stordisce. All’altezza dell’orologio rosa di plastica, il cinturino ha lasciato sulla pelle un odore forte, pungente. Sa di estate, lenzuola sudate, odore di pomeriggi assolati, di cuoio, cuoio vissuto. Come qualcosa che ricorda la tua infanzia, qualcosa che ti stringe a se quasi schiacciandoti, che ti fa paura ma da cui sei irrimediabilmente attratta. È penetrante, acre, non propriamente buono, ma è uno di quegli odori da cui non riesci a staccarti. Fa quasi male.
E l’orologio è fermo, segna da vent’anni la stesa ora, le 12.26.28. Oppure le 24.26.28. Io credo che fosse un mezzogiorno, un mezzogiorno di luglio, quei giorni che sembrano scorrere in un unico grande ammasso senza una forma precisa, incollati uno sopra l’altro, in cui tempo e spazio non sembrano avere più senso. È in uno di questi giorni che l’orologio si è fermato, una mattina in cui lei si è svegliata tardi e non ha pensato a guardare l’ora fino, diciamo, alle sette di sera, e poi se n’è accorta. Aveva smesso di funzionare e lei non ci aveva fato caso. Dopo uno sguardo di sincero dispiacere, non ha più pensato a farlo aggiustare.

Liste

Propositi per un anno che è già iniziato e non me l’ha detto
a) Bere meno caffè. Il caffè fa male. Mi dona un sollievo temporaneo e contribuisce alla mia immagine, se vogliamo chiamarla così. E non so se considerarla davvero una cosa positiva.
b) Vorrei essere migliore. Una persona migliore, in tutti i sensi. Vorrei riuscire a dare il giusto affetto alle persone che a loro volta mi vogliono bene, perché spesso, troppo spesso, mi accorgo di non riuscire a ripagarli correttamente. Mi sento così ingrata.
c) Vorrei riuscire a dosarmi. Sai tipo, come una torta. Se non hai le giuste dosi viene uno schifo, uno schifo totale. A volte è come se mi avessero messo cento grammi in più di zucchero, oppure troppa poca uvetta.
d) Mi piacerebbe non essere così asettica certi giorni. Riuscire a lasciare indietro quello che non va e affrontare una giornata da persona normale, senza il pericolo di mostrarsi fredda e menefreghista, che poi cazzo, la prima cosa che mi dicono angosciati la mattina è “Cristina è uscita dalla Casa, ti rendi conto?!” e io sono lì che cerco semplicemente di vivere, non chiedo tanto no?, che tento di seppellire i miei problemi in una bella torbiera abbastanza profonda e infognata in una foresta sperduta alla fine del mondo, e questi arrivano e mi dicono emerite cazzate pretendendo che li ascolti e li compatisca, e io davvero, davvero non so come faccio certe mattine a non buttarmi/buttarli sotto il treno delle 6.47.
e) Non mentirmi. Mai.

Che altro posso aggiungere? Si accettano suggerimenti.

venerdì 8 maggio 2009

Intimità

Egli mi ama, non ama le mie budella, se gli facessero vedere la mia appendice in un boccale non la riconoscerebbe, non fa che smaneggiarmi, ma se gli mettessero il boccale in mano non sentirebbe niente dentro di sè, non penserebbe: "è roba sua"; bisognerebbe che si potesse amare tutto d'una persona, l'esofago e il fegato e gl'intestini. Forse non li amiamo per mancanza d'abitudine, se li vedessimo come si vedono le mani e le braccia forse li ameremmo; dunque le stelle marine si amano tra loro meglio di noi; si distendono sulla spiaggia quando c'è il sole e tiran fuori lo stomaco per fargli prendere aria e tutti possono vederlo; chissà da dove potremmo tirar fuori il nostro, forse dall'ombelico.

Jellybeans

oggi mi sei mancata.
mancata sul serio.
sono uscita dalla porta bordeaux con la testa in fiamme e una gran voglia di vederti e tu, come sempre, mi ha confusa. mi hai lasciata lì a dirti ciao con tutta la dentatura in bella vista, che ammetto non essere poi così bella, e quasi nemmeno mi rispondevi.
è una pena del contrappasso?
vorrei essere stata avvisata per tempo.
mi sei mancata da morire.
è stato un attimo.
ero in classe, stavo per svenire. ho sperato di incrociarti fuori dalla porta, che ne so, che andavi in bagno, alle macchinette, a farti un giro. oddio lo so lo so, è patetico. pa-te-ti-co. è un aggettivo che non ho mai sopportato, mi disgusta.
tornando a te, volevo scriverti oggi. facevamo assemblea e tutte quelle urla mi penetravano nel cervello come tanti pungiglioni.
volevo fermarti. quando sei passata davanti a me ho provato l'impulso di afferrarti il braccio e trattenerti lì.
crash, tamponamento.
contatto.

canzone da ascoltare con questo intervento: Cigarettes & Choc. Milk, Rufus Wainwright
Still there's not a show on my back
Holes or a friendly intervention
I'm just a little bit heiress, a little bit Irish
A little bit Tower of Pisa
Whenever I see ya
So please be kind if I'm a mess

martedì 5 maggio 2009

Sinuosità

Oggi ho finito il tè.Per l'esattezza il tuo tè.Il tè che non riesco a trovare da nessuna parte, quello la cui ultima bustina stava nella madia da mesi, chiusa al sicuro nella sua scatola verde.
Non è stato triste.Suonava più come se uno degli ultimi legami si fosse staccato, ma aspetta.Non so some fartelo capire, però era in senso buono.Voglio dire, sembrava piuttosto come -recidiamo un legame per stringerne un altro-Oddio, è difficile da spiegare.Insomma, non ci sono rimasta male nè niente.Forse potremmo riiniziare.
Ma davvero, questa volta.E guardandoci negli occhi.
Perchè non so, oggi va così.E' stata una giornata davvero buona e c'è della speranza nell'aria.Che sia tutta questa pioggia, che ormai ha lavato via tutto quello che c'era?L'ha spazzato fuori dal cielo, l'ha annegato e lo porta lontano, per far fiorire dell'altro, forse.D'altronde, è primavera.
Poi ho pensato a come sarebbe farci cadere una goccia di sangue dentro.Dentro al tè.Quel sangue rosso chiaro e molto acquoso, che si scioglie in fretta.Mi piace quest'idea.Questa goccia che cade perfettamente parallela alla tazza e si dissolve nel liquido in pochi secondi.Il tempo di dire ti amo, e non è già più lì.Sparita.

Vorrei che leggessi questo.

sabato 2 maggio 2009

Where is the night

Se una via silenziosa, una strada al buio, pochi lampioni.
Se risate e frasi smozzicate nella notte.
Se ondate di vento gelido, briciole sulla coperta.
Se camminare con la testa china, e sentire, passo dopo passo, sempre più caldo.
[Come se stessi andando in ebollizione. Che poi non è la parola giusta.
Un caldo tiepido e rassicurante.]
Se questa allergia alle gambe, se il mal di testa, se la nausea.
Se una lista di nomi in rapida successione.
Se abbinamenti sbagliati, non-salutari.
Se tutto questo. Senza --
Sterilizzati dalla notte.
La sogg ett iv ità è rin cuo rante [cit]

venerdì 1 maggio 2009

La metà di tutto

Le bollicine di spumante nel bicchiere di plastica hanno una consistenza strana. Sembra di poterle prendere con le mani. Sono perfettamente sferiche, piccole, piene. Quelle sul fondo hanno una dimensione leggermente maggiore, e risalgono il bicchiere pian piano per poi estinguersi una volta arrivate in superficie. Ho stappato io la bottiglia, il tappo è volato via con uno schiocco, e ho versato lo spumante a quelli che mi stavano di fianco. Abbiamo brindato e io sono rimasta a fissare le bollicine senza bere. Ho sorriso e applaudito, e sono tornata al mio bicchiere. Probabilmente sembravo una scema, chinata sul tavolo a osservare con profondo interesse quelle due dita di vino giallo chiaro, quasi trasparente. Totalmente incantata. È che non avevo voglia di fare festa, mi dispiace, non ne avevo voglia. Andava oltre ogni mio possibile sforzo, e l’energia in mio possesso non era abbastanza. Succede, a volte.

ho scelto il giorno sbagliato per smettere di fumare, ho scelto il giorno sbagliato per smettere di bere, ho scelto il giorno sbagliato per smettere di prendere tranquillanti...