martedì 17 novembre 2009

paranoid park

DOVE CAZZO SEI FINITA?


ti perdo così, senza una ragione.

mercoledì 11 novembre 2009

Last couple standing

è bello quelle volte che ti vengono in mente le cose e me le chiedi e ti interessa davvero la risposta. è bello quando mi parli di quello che ti piace, ti piace così tanto che ti brillano gli occhi, anche se non li vedo. è bello quando sei entusiasta per qualcosa di totalmente stupido e ti voglio terribilmente bene. è bello quando di nuovo si ristabilisce un filo, una luce elettrica e brillante. era bello quando pensavi di pensare che ero qualcosa per te. ma, come si diceva prima, non mi stai rovinando la giornata. non te lo permetto. ho tutte queste distrazioni, vogliamo chiamarle così, tutti questi avvenimenti che girano intorno e a cui serve la mia presenza, lo richiedono capisci, e ci sono persone che mi vogliono bene e che ci tengono a me. e io voglio bene a loro, e ci tengo. ci sono momenti così belli che quasi ti viene da piangere, con tutto che bello è ormai logoro e abusato, come dice word. ma resistete. resistiamo.

Devo ricordarmi che blogger non è facebook

Ricordati di me.
Che è questa nostalgia?
Nostos+algos. I love greek.
Ritorno. A me? A te? Che confusione di persone. In fondo, a chi importa?

Troppo tempo è passato perchè io possa capire

Cosa ti aspetti?
Cosa ti aspetti da me?
Vorrei pensare che non sta succedendo, vorrei pensare che non sto idealizzando la mia idea di te.
E che tu non stia facendo lo stesso.
Sei su un gradino più in basso, ti manca uno scatto, un passaggio e poi sareste due cloni. E nessuna delle due è quella che voglio.
Mi servi come sfogo?
Non mi è dato saperlo. Il groviglio di capelli sopra la mia testa non era un fatto casuale, ma questo non puoi saperlo, quello che vedi tu è solo una bella ragazza con un trucco esagerato. Immagina il perchè.
Perchè quella volta mi sono rifiutata?
--> quando leggerò qui, non saprò più che volta era.

martedì 10 novembre 2009

Non dire notte pt.2 (allora non sono solo io)

In seguito l'ho coperto con il lenzuolo e gli ho accarezzato con un dito la fronte larga e forte da contadino e i capelli grigi rasati alla militaresca sinchè non si è addormentato e io mi sono alzata e sono andata scalza in cucina dove ho sparecchiato e lavato e asciugato ai piatti della cena e i bicchieri del punch che non erano quelli da punch ma da bevande fredde e come gli sarà venuto in mente di metterci anche il miele, strano, mia perla, chissà che voleva dire quando mi ha detto che non è amore ma rivolta delle razze oppresse. Ho messo tutto a posto e ho cambiato la tovaglia prendendone una pulita, ricamata. Theo non si è svegliato. Come se questa notte gli avessi trasmesso tutto il mio potere di dormire. Dopo i piatti sono andata a prendere il suo posto in balcone, davanti al deserto.



Amos Oz

Letter read

Carissima,
ho un' amnesia totale. Non mi ricordo come si fa. Cos'è tutta questa confusione? Dove sono le regole, dove le istruzioni e i movimenti giusti e i perfetti rapporti causa/effetto? Uccidi la mia voglia di essere coerente, e non sai che più che una voglia è un bisogno. Non posso brancolare al buio e inciampare e sanguinare in giro per casa. E' antiestetico, capisci?
La prossima volta che ci vediamo porta qualche garza.
D.

domenica 8 novembre 2009

Cosmos

Stamattina mi sono svegliata e non ho avuto il tempo di pensare a come dovevo sentirmi. Ho aperto gli occhi e ho fatto forza sui gomiti per arrivare ad accendere l'abat-jour bianca che ha illuminato all'improvviso il ricordo di qualcosa che non sarebbe dovuto succedere. Parole che avrei potuto dire meglio, sorrisi che avrei dovuto lasciar stretti tra i denti. Mi sono sentita morire. Non avevo idea, precisamente come sette giorni fa, 168 ore, di quale scegliere tra le centinaia di stati d'animo a mia disposizione. Non so, tiriamo a sorte? Andiamo a sensazione? Il suono migliore? Quello lungo quanto il mio nome? Ci sono un sacco di criteri, e nemmeno uno che mi vada a genio. Per questo sono stata zitta per le due ore succesive, e neanche adesso avrò proferito più di una cinquantina di parole. Mi occorre tempo per rendermi conto che ci sono cose che devo fare, mondi a cui devo partecipare, obblighi del vivere civile a cui non posso sottrarmi. Civile è una parola grossa. E per farlo, ho bisogno di provare qualcosa di meno indefinito di questo. Forse è semplicemente che non voglio sentirmi.

Non dire notte

Anche oggi ha detto che, finita la scuola, andrà a Beer Sheva. Ha promesso di fare benzina e di cercare di non tornare tardi. Del resto non le ho chiesto quando pensava di tornare e non l’ho pregata di non fare tardi. Come se fosse entrata per sbaglio in questa stanza e, confusa com’è, non riuscisse a trovare la finestra. Che era ed è rimasta aperta. Così corre a avanti e indietro da una parete all’altra sbattendo le ali, inciampa nella lampada, contro il soffitto, sbatte contro i mobili, si fa male. Tu però non cercare di indirizzarla verso l’uscita: non puoi aiutarla. Ogni tuo movimento non fa che aumentare la sua paura. Invece di condurla fuori verso la libertà se non stai attento finirai per farla volare verso locali ancora più interni, e lì continuerà a sbattere le ali contro il vetro. L’unica via per aiutarla è non cercare di aiutarla. Solo diventare piccoli. Congelarsi. Confondersi con il muro. Fermi. Davvero la finestra c’è ed è rimasta aperta? Davvero spero che voli fuori? Oppure sto in agguato, fermo, la fisso dal buio con gli occhi pietrificati, in attesa che crolli sfinita?
Allora potrò piegarmi e prendermi cura di lei come all’inizio. Sin dall’inizio.



Amos Oz

sabato 7 novembre 2009

Indentità violate

I'm dancing with myself. Sei una cosa così piccola, piccola come i piumini di luce che scendono dall'abbaino, e ugualmente luminosa. Rapimento. Se d'ora in poi non riuscite a seguirmi non importa, non è necessario. Sai, ci sarebbero così tante cose che tornando indietro vorrei diciamo rimodernare. Cazzata. Alla fine tranne due o tre anni da disadattata non credo apporterei molti cambiamenti. E a te? Sta bene così? Sembri sempre così integra. Sei il monolite della mia Isola di Pasqua, e se adesso qualcuno sta ridendo, beh, smetta, perchè era una bella ed inusuale metafora. Sembri intoccabile inviolabile inamovibile atarassica atemporale fissa immobile granitica coerente e così terribilmente sfumata. Tanto che con una parola non riesco a descriverti. Sento una forza di repulsione che soverchia tutte le forze attrattive che pare guidino un intero sistema di satelliti e planetoidi, e non sono una galassia in espansione. Ma lo sapete che se un buco nero attrae un altro buco nero esplodono insieme ed inglobano materia su materia fino a produrre un Big Bang completamente nuovo? Siamo cenere di un sacco di altre ceneri. L'unicità non esiste, altro che teoremi sui limiti. La matematica bisogna rivederla tutta.

martedì 3 novembre 2009

And then the bullhorn crackles

so why?
je ne sais quoi.
frantumi e schegge e unghie sulla lavagna.

lunedì 2 novembre 2009

latteo

sensi di colpa (ahah) meringhe e barriere.
vedi alla voce: blocco.
vedi alla voce: non mi è proprio possibile.
e scusami per tutto questo, non l'avevo esattamente previsto.

domenica 1 novembre 2009

epifania

tutto quello che devo fare è concentrarmi. tracciare il contorno netto delle labbra e riempirle di rossetto color cannella, e non pensate che non sappia che è una citazione. prendere il pettine più fino che possiedo e cotonare i capelli, legarli con nastri arancioni. tutto quello che devo fare è credere che mi piacerà. credere che non mi abbia fatto male. credere di poter respirare tranquillamente anche in mezzo ad una tempesta di sabbia. è questo che voglio, che mi sono cercata, che ho contribuito a realizzare, come mi hai detto tre giorni fa con parole che risuonano ancora come goccie di pioggia nel vuoto. forse la forza attrattiva del buco nero che si è creato alla bocca dello stomaco è il prezzo da pagare per non fermarsi a riflettere. o per aver riflettuto troppo. se ve lo state chiedendo, la morale è a portata di mano. fingere o crollare a terrra? sincerità o bugia? nella lista di pro e contro, hanno entrambi lo stesso numero voci. non mi servono troppe cose, non ho bisogno del vortice assordante di cui mi sono circondata. in realtà me ne basta una.