venerdì 25 dicembre 2009

procession

voglio baciarmi.
imaginate la sensazione.voi che vi avvicinate a voi.sfiorate con le dita le vostre labbra, le inumidite con la lingua.respirate dentro la vostra bocca.
più a fondo.
cos'è che si prova?

martedì 22 dicembre 2009

Fantasmi

IO ODIO IL MIO PASSATO
1. ogni forma di umanità dev'essere bandita per sempre dal mio regno
2. per sempre, non per una settimana
3. io non ho mai detto di adorare il modo in cui ti vesti, e ti muovi, e mi baci(avi)
4. puoi per favore evitare di presentarti nei miei sogni?
Impazzirò.

nebbia

esattamente, come faccio a starti dietro?
giri a velocità folle sulla tua orbita attorno alla mia stella
e mi dispiace, ma non so se ce la posso fare
shit

domenica 6 dicembre 2009

It feels like it’s all possible now, you need love and I'm gonna show you how

il tuo sapore è quello dell'uva spina
l'ho capito alle undici e trenta di questa mattina, quando ho mangiato la caramella del sei dicembre nel calendario dell'avvento, quello con i cassettini rossi sopra il pianoforte
stavo trasportando scatoloni ammuffiti di vecchie cartoline e barbie con i capelli gialli, sacchi di istruzioni per l'uso e bilance rotte
un cappello di paglia arancione e abat jour di latta
così mi sono fermata, che la cosa si stava facendo un po' troppo nostalgica, e ho appoggiato la grande testiera nera del letto che tenevo in mano
ho preso in mano il cassettino del sei dicembre, rosso e oro, è così piccolo che sembra quasi vivo, e ho scartato la gelatina che c'era dentro senza aspettarmi niente di che, a me neanche piacciono le gelatine
e mentre riprendevo il legno che avevo posato per terra, eri di nuovo qui
flash
di nuovo qui
subito non ho capito cos'era successo, subito non sono riuscita a spiegarmi da dove veniva il profumo di te sulle mie labbra, mi sono smarrita, sola con un sentiero di piccole particelle
di te
da seguire
per ritrovarti qui
e poi, si, la rivelazione
anche tu sei qualcosa a cui posso assegnare un cassetto
uno spazio fragile a rischio continuo di implosione
uno spazio da rammendare in fretta col filo di lana, quello grosso, color nocciola
il sollievo di poterti codificare

martedì 17 novembre 2009

paranoid park

DOVE CAZZO SEI FINITA?


ti perdo così, senza una ragione.

mercoledì 11 novembre 2009

Last couple standing

è bello quelle volte che ti vengono in mente le cose e me le chiedi e ti interessa davvero la risposta. è bello quando mi parli di quello che ti piace, ti piace così tanto che ti brillano gli occhi, anche se non li vedo. è bello quando sei entusiasta per qualcosa di totalmente stupido e ti voglio terribilmente bene. è bello quando di nuovo si ristabilisce un filo, una luce elettrica e brillante. era bello quando pensavi di pensare che ero qualcosa per te. ma, come si diceva prima, non mi stai rovinando la giornata. non te lo permetto. ho tutte queste distrazioni, vogliamo chiamarle così, tutti questi avvenimenti che girano intorno e a cui serve la mia presenza, lo richiedono capisci, e ci sono persone che mi vogliono bene e che ci tengono a me. e io voglio bene a loro, e ci tengo. ci sono momenti così belli che quasi ti viene da piangere, con tutto che bello è ormai logoro e abusato, come dice word. ma resistete. resistiamo.

Devo ricordarmi che blogger non è facebook

Ricordati di me.
Che è questa nostalgia?
Nostos+algos. I love greek.
Ritorno. A me? A te? Che confusione di persone. In fondo, a chi importa?

Troppo tempo è passato perchè io possa capire

Cosa ti aspetti?
Cosa ti aspetti da me?
Vorrei pensare che non sta succedendo, vorrei pensare che non sto idealizzando la mia idea di te.
E che tu non stia facendo lo stesso.
Sei su un gradino più in basso, ti manca uno scatto, un passaggio e poi sareste due cloni. E nessuna delle due è quella che voglio.
Mi servi come sfogo?
Non mi è dato saperlo. Il groviglio di capelli sopra la mia testa non era un fatto casuale, ma questo non puoi saperlo, quello che vedi tu è solo una bella ragazza con un trucco esagerato. Immagina il perchè.
Perchè quella volta mi sono rifiutata?
--> quando leggerò qui, non saprò più che volta era.

martedì 10 novembre 2009

Non dire notte pt.2 (allora non sono solo io)

In seguito l'ho coperto con il lenzuolo e gli ho accarezzato con un dito la fronte larga e forte da contadino e i capelli grigi rasati alla militaresca sinchè non si è addormentato e io mi sono alzata e sono andata scalza in cucina dove ho sparecchiato e lavato e asciugato ai piatti della cena e i bicchieri del punch che non erano quelli da punch ma da bevande fredde e come gli sarà venuto in mente di metterci anche il miele, strano, mia perla, chissà che voleva dire quando mi ha detto che non è amore ma rivolta delle razze oppresse. Ho messo tutto a posto e ho cambiato la tovaglia prendendone una pulita, ricamata. Theo non si è svegliato. Come se questa notte gli avessi trasmesso tutto il mio potere di dormire. Dopo i piatti sono andata a prendere il suo posto in balcone, davanti al deserto.



Amos Oz

Letter read

Carissima,
ho un' amnesia totale. Non mi ricordo come si fa. Cos'è tutta questa confusione? Dove sono le regole, dove le istruzioni e i movimenti giusti e i perfetti rapporti causa/effetto? Uccidi la mia voglia di essere coerente, e non sai che più che una voglia è un bisogno. Non posso brancolare al buio e inciampare e sanguinare in giro per casa. E' antiestetico, capisci?
La prossima volta che ci vediamo porta qualche garza.
D.

domenica 8 novembre 2009

Cosmos

Stamattina mi sono svegliata e non ho avuto il tempo di pensare a come dovevo sentirmi. Ho aperto gli occhi e ho fatto forza sui gomiti per arrivare ad accendere l'abat-jour bianca che ha illuminato all'improvviso il ricordo di qualcosa che non sarebbe dovuto succedere. Parole che avrei potuto dire meglio, sorrisi che avrei dovuto lasciar stretti tra i denti. Mi sono sentita morire. Non avevo idea, precisamente come sette giorni fa, 168 ore, di quale scegliere tra le centinaia di stati d'animo a mia disposizione. Non so, tiriamo a sorte? Andiamo a sensazione? Il suono migliore? Quello lungo quanto il mio nome? Ci sono un sacco di criteri, e nemmeno uno che mi vada a genio. Per questo sono stata zitta per le due ore succesive, e neanche adesso avrò proferito più di una cinquantina di parole. Mi occorre tempo per rendermi conto che ci sono cose che devo fare, mondi a cui devo partecipare, obblighi del vivere civile a cui non posso sottrarmi. Civile è una parola grossa. E per farlo, ho bisogno di provare qualcosa di meno indefinito di questo. Forse è semplicemente che non voglio sentirmi.

Non dire notte

Anche oggi ha detto che, finita la scuola, andrà a Beer Sheva. Ha promesso di fare benzina e di cercare di non tornare tardi. Del resto non le ho chiesto quando pensava di tornare e non l’ho pregata di non fare tardi. Come se fosse entrata per sbaglio in questa stanza e, confusa com’è, non riuscisse a trovare la finestra. Che era ed è rimasta aperta. Così corre a avanti e indietro da una parete all’altra sbattendo le ali, inciampa nella lampada, contro il soffitto, sbatte contro i mobili, si fa male. Tu però non cercare di indirizzarla verso l’uscita: non puoi aiutarla. Ogni tuo movimento non fa che aumentare la sua paura. Invece di condurla fuori verso la libertà se non stai attento finirai per farla volare verso locali ancora più interni, e lì continuerà a sbattere le ali contro il vetro. L’unica via per aiutarla è non cercare di aiutarla. Solo diventare piccoli. Congelarsi. Confondersi con il muro. Fermi. Davvero la finestra c’è ed è rimasta aperta? Davvero spero che voli fuori? Oppure sto in agguato, fermo, la fisso dal buio con gli occhi pietrificati, in attesa che crolli sfinita?
Allora potrò piegarmi e prendermi cura di lei come all’inizio. Sin dall’inizio.



Amos Oz

sabato 7 novembre 2009

Indentità violate

I'm dancing with myself. Sei una cosa così piccola, piccola come i piumini di luce che scendono dall'abbaino, e ugualmente luminosa. Rapimento. Se d'ora in poi non riuscite a seguirmi non importa, non è necessario. Sai, ci sarebbero così tante cose che tornando indietro vorrei diciamo rimodernare. Cazzata. Alla fine tranne due o tre anni da disadattata non credo apporterei molti cambiamenti. E a te? Sta bene così? Sembri sempre così integra. Sei il monolite della mia Isola di Pasqua, e se adesso qualcuno sta ridendo, beh, smetta, perchè era una bella ed inusuale metafora. Sembri intoccabile inviolabile inamovibile atarassica atemporale fissa immobile granitica coerente e così terribilmente sfumata. Tanto che con una parola non riesco a descriverti. Sento una forza di repulsione che soverchia tutte le forze attrattive che pare guidino un intero sistema di satelliti e planetoidi, e non sono una galassia in espansione. Ma lo sapete che se un buco nero attrae un altro buco nero esplodono insieme ed inglobano materia su materia fino a produrre un Big Bang completamente nuovo? Siamo cenere di un sacco di altre ceneri. L'unicità non esiste, altro che teoremi sui limiti. La matematica bisogna rivederla tutta.

martedì 3 novembre 2009

And then the bullhorn crackles

so why?
je ne sais quoi.
frantumi e schegge e unghie sulla lavagna.

lunedì 2 novembre 2009

latteo

sensi di colpa (ahah) meringhe e barriere.
vedi alla voce: blocco.
vedi alla voce: non mi è proprio possibile.
e scusami per tutto questo, non l'avevo esattamente previsto.

domenica 1 novembre 2009

epifania

tutto quello che devo fare è concentrarmi. tracciare il contorno netto delle labbra e riempirle di rossetto color cannella, e non pensate che non sappia che è una citazione. prendere il pettine più fino che possiedo e cotonare i capelli, legarli con nastri arancioni. tutto quello che devo fare è credere che mi piacerà. credere che non mi abbia fatto male. credere di poter respirare tranquillamente anche in mezzo ad una tempesta di sabbia. è questo che voglio, che mi sono cercata, che ho contribuito a realizzare, come mi hai detto tre giorni fa con parole che risuonano ancora come goccie di pioggia nel vuoto. forse la forza attrattiva del buco nero che si è creato alla bocca dello stomaco è il prezzo da pagare per non fermarsi a riflettere. o per aver riflettuto troppo. se ve lo state chiedendo, la morale è a portata di mano. fingere o crollare a terrra? sincerità o bugia? nella lista di pro e contro, hanno entrambi lo stesso numero voci. non mi servono troppe cose, non ho bisogno del vortice assordante di cui mi sono circondata. in realtà me ne basta una.

mercoledì 28 ottobre 2009

witness

there's still a little bit of your taste in my mouth
there's still a little bit of you laced with my doubt
it's still a little hard to say what's going on

sabato 24 ottobre 2009

Red carpet

Blocca il flusso all'interno.
Magari una buona volta soffochi.

martedì 20 ottobre 2009

Bunnee

Non dipendere dalla tua idea di me.

lunedì 12 ottobre 2009

Why are you dancing when you can be alone?

Where do I start? It's a vey very long story that I couldn't even think to reassume it. I feel so scary. I maybe need a hug. Oh, come here, slaken my heartbeat. Can I be a cow?
You, an hypothetic you, whoever/wherever you are, please save me. I need it.
I desperately want not to be here. Am I so sure? I hope.

On Sunday, On Wednesday

Alla fine, puoi solo risalire.
Tranciando qualche vita forse, ma ogni cosa ha un prezzo. E tu ne sai qualcosa no?

giovedì 1 ottobre 2009

Blop

Senza voltarsi dice La prossima volta. C’è sempre una prossima volta. La prossima volta di ieri era oggi, quella della volta prima era la settimana scorsa. Due categorie: chi ha un minimo di cura per se, e chi ha un minimo di cura per gli altri. Non sono intercambiabili. Non c’è una via di mezzo. Non c’è tempo per le posizioni di centro. Nella palude in cui sguazzi, devi scegliere tra restare a galla e finire divorato dai coccodrilli sul fondo.

mercoledì 30 settembre 2009

Dopo

Morta dentro, senza esagerare.
Prosciugata. Forse questo rende meglio l'idea. Imbarazzata. In colpa.

martedì 29 settembre 2009

Preposizione

Dormire con te.
Dormire da te.

La grammatica non dovrebbe piacermi così tanto, e forse le persone parlano a caso.

lunedì 21 settembre 2009

Proof

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Link me

Vado a dormire presto per non
Respingo il nodo alla gola,
Mi scotto le dita con la tazza troppo calda pur di
Seleziono canzoni con l'assurdo scopo di
Non smetto di immaginare anche se
.questo ed altro.

You make me feel (mighty real)

IN SPITE OF ALL THE DAMAGE

Sommario

Lasciami libera.
Lasciami andare. Vedi, è difficile che riesca a fare tutto da sola.

Distruggiamo vite in continuazone.
Di nuovo tutto quanto ha ricominciato a ruotare senza senso e non ho nessun controllo, non ho nemmeno un'ancora, una piccola boa, le linee sulle tue mani. E' difficile lasciar passare tutto una volta che hai preso confidenza. Dal momento in cui cambiamo i nomi non c'è alcun ritorno, inutile ricamarci su. E ho riempito di lacrime tre ore ventotto minuti e dodici secondi. Credi basteranno?

Non hai MAI parlato a me.

Fare il male per procurare il bene.

lunedì 7 settembre 2009

Volevo usare le tue parole ma non l'ho fatto

Questa sera ho letto delle parole scritte in penna nera. Non era il momento, non era il luogo, non volevo posarci gli occhi sopra. La sensazione era quella di profanare qualcosa. Di entrare in un mondo che non era mio, soprattutto perchè so quanto ci tieni alla tua privacy, a tutto quello che hai costruito, che sta dietro le rughe piccole piccole che a volte si formano sulla fronte. Da te non trapela mai nulla, più che altro ci ridi su. Ci vuole pazienza a tirarti fuori una confessione seria, chiamala come vuoi. Mi sono stupita quando mi hai allungato quei sei foglietti, tre a quadretti, brutte copie scritte in blu, e tre bianchi, carta opaca, belle copie. So quanto ci tieni. So che erano per te soltanto. So che non ti è facile farci vedere quello che scrivi, mai.
Però, vedi

non ho mai letto niente di simile.
Niente.
C'è qualcosa lì dentro che va oltre.

Otre tutto.

E il libro, non leggerlo. Ho sbagliato a dirti di si, che forse era il momento giusto, perchè non lo è. Conservalo per una stagione diversa.
E goditi questa.

PS: passa da questo blog ogni tanto, fa piacere.

giovedì 3 settembre 2009

à vous

un po' meno egocentrismo, un po' più empatia, un po' meno rumore forte di tamburini sotto la mia finestra: questa serenata mi fa scoppiare le tempie
scriviamo a bassa voce, mi concentro solo sugli accordi di questa canzone, grazie per avermela suggerita una notte in cui stavo molto male
the more I see the less I know the more I like to let it go
deep beneath the cover of another perfect wonder where it's so white as snow
nascondersi dietro un muro ci fa dimenticare che esistono le catapulte, volendo continuare a parlare di armi
che ne diresti della follia stasera? ti darebbe molto fastidio? pensi che potresti mettere da parte qualcosa? (qualcuno) mi scoppiano in bocca come bolle di bigbabol
but it's hard to admit how it ends and begins
on his face is a map of the world
un'esistenza nuova
come ci si crogiola in questa monotonia. come facciamo a credere che quei piccoli piccoli avvenimenti siano così importanti? non ci dovrebbe interessare.
meno egocentrismo si diceva.
I wish I could eat your cancer when you turn back
meat-eating orchids forgive no one just yet
cut myself angel's hair and baby's breath
broken hymen of your highness I'm left black
throw down your umbilical noose so I can climb right back
piaciuta questa? è la migliore
guarda, siete tutte qui

Nodi e capelli

Finitezza [attorno a moi]
Questa l'ho già scritta da qualche parte Non capisco troppe cose
Potrei citare Foglie d'erba
E sono davvero troppo stanca per scrivere ma mi serve qualcosa di bello prima di andare a dormire
Qualcosa per cui possa dormire
Sto cercando
Respiro

lunedì 31 agosto 2009

Risposta

anch'io

lunedì 17 agosto 2009

Yo!

La personificazione è qualcosa di atroce.

sabato 15 agosto 2009

Tag

voglio esistere pesantemente

Filastrocca

a
amore mio scusa, stavo cercando di mandare a memoria tutti i possibili modi per confezionare fiori di carta.
amore mio, perdonami se invece di pensare a te cerco i prezzi di una liposuzione.
e
e che cosa ascolta chuck palahniuk mentre lavora, tu lo sai?
io adesso lo so, e abbiamo fatto giusto tutte e due.
i
iesterdei ho visto il cielo più bello di tutti,
era giallo e viola come i lividi che ti fai sulle gambe, e girava vorticosamente sopra la mia testa.
o
ovviamente, amore mio, in qualunque modo ti manifesterai, ti prego di capire:
le foglie di menta bisogna masticarle per bene.
u
una sola, ultima cosa vorrei dire, in questo pensiero sconclusionato;
faccio confusione con i soggetti. Ma non volontariamente. Non allarmarti/tevi/iamoci/mi.

Cellar Door

Tangente.
E' una parola meravigliosa.
Tan-gen-te.
Voglio dire, ha anche una bella radice.

venerdì 14 agosto 2009

Giallo canarino

Ma nel vostro mondo le persone si squagliano?

mercoledì 12 agosto 2009

Are you breathing what I am breathing?

Need for time. A white time in which things can happen.
Need for space. Clean my desk and apply feng-shui commands.
Need for action. A lot of action. My mind full of different thoughts pigeon-holed in little compartments so pressed there is no way you can drag them up.
It's not a bad thing.
The point is my inner self has to take a few minutes to figure out and tackle it. It's not automatic. It's not taken for granted. Not for me.
Maybe I look like a fast-person. Fast-person, my god. You, all of you, have to finish thinking I can face problems and situations and all this shit in one or at the most two seconds. I can't. I just can't.
Sorry if I deceived you.
My drama doens't respect the three Aristotle's units.

Soundrack: k.d. lang; the consequences of falling

giovedì 6 agosto 2009

The L Way

And, you know, what I am doing is trying to be the more balanced I can, trying not to kill myself with my own hands, acting in a resonable, and rational, way. I actually think we can go right through all we have made, but the first and most important thing is that we have to put in our minds that all this drama-queen behaviour, all this omg-you-don't-know-how-exhausted-I-am, well, this will not help us resolving it. I want to be more clear-headed than when this story began, because I am really not interested in hurt myself again. I'm sorry. You know, I am working in order to bring my life back to me. Like tidy up my things and do what I want, just what I think it's better for me. Something that doesn't play havoc with your plans.

domenica 2 agosto 2009

Drama

Questo è un post per ringraziare.
Grazie a quelli che c'erano prima e a quelli che ci sono adesso.
Perchè, beh voglio che lo sappiate, io non sarei qui senza di voi. Sentitevi tutti chiamati in causa. Non sarei qui alle 2.04 a bere tisana alla liquirizia ascoltando Echo e deprimendomi da morire, non sarei qui con questi capelli e questi vestiti e queste fitte intercostali che mi fanno morire.
Grazie per sopportarmi anche quando sono stanca di essere forte, quando mi sento fottutamente in più e non c'è un solo posto che mi vada bene. Grazie per quando mi amate, per quando mi infilate bigliettini sotto il cuscino, perchè mi tenete l'ombrello in modo che non mi si rovinino i capelli appena fatti, perchè mi scrivete cartoline e mi incontrate inaspettatamente il sabato sera.
E, adoro tutti quanti perchè succede a volte che facciate dei piccoli, piccolissimi gesti dei quali magari non vi accorgete nemmeno, e che invece io trovo favolosi.
Grazie per essere così belle.
Grazie perchè siete lontane da me e nonostante questo vi sento così vicine, e il femminile è solo perchè la maggioranza vince. Posso immaginarvi perfettamente, so cosa state facendo in questo esatto momento, probabilmnte so anche a cosa pensate, e posso sorridere. Davvero. Tirando le somme di tutto, posso sorridere e dire che si, anche guardando indietro alla montagna di casini che abbiamo alle spalle, alla valanga di fraintendimenti e di rancori insepolti che inevitabilmente una volta o l'altra ci troveremo ad affrontare, posso sorridere. Ma per il momento va bene così. Va bene perchè so che c'è qualcuno lì fuori a cui va ancora di ascoltarmi. Va bene perchè so che anche delle persone con cui le cose si sono lacerate definitivamente, non è vero che non mi è rimasto nulla. Mi è rimasto tutto. Ogni singola parola.
E per questo, grazie per quello che mi avete detto e che mi avete scritto.
Vi adoro.
Soundtrack: Betty Lavette, Choices.
I've had choices ever since the day I was born
I have my own voices that told me right from wrong
If I had listened, no I wouldn't be sitting here today
Living and dying with the choices I've made

sabato 1 agosto 2009

Nel caso avvertiste delle fitte al cervello

Esiste un fungo che si chiama Cordyceps Unilateralis. Si trova nelle foreste tropicali e parassita le formiche. E anche un sacco di altri insetti, a voler essere precisi.
Immaginate di essere una di queste formiche. Trascorrete la vostra vita da formica a raccogliere i semi, a seguire gli odori, a scavare gallerie nella terra, quello che volete. E poi, un bel giorno dopo un grande acquazzone, venite contaminati da questo fungo. Le ife vengono trasportate dal vento, finiscono a terra e voi avete appena avuto la deliziosa idea di ingerirle.
Esattamente, qual è il sapore di un fungo mortale?
Giorno dopo giorno, ora dopo ora, le spore crescono lentamente dentro di voi. Tra le vostre cellule. Nei vostri tessuti. Ed è troppo tardi per qualsiasi cosa ormai, cominciate a sentirvi deboli, totalmente inutili per la colonia. They're driving you crazy. Le altre formiche questo l'hanno notato, e non vi lasceranno lì a marcire nel loro territorio, decomponendovi e infettando ogni singolo essere vivente con cui entrerete in contatto. Le vostre compagne vi prendono, e vi allontanano. E' così che succede. State impazzendo. Con le spore che spezzano via via sempre più gangli cerebrali, il fungo che prolifera al vostro interno, non avete nessuna capacità di reagire. Nessun controllo. Quello che il Cordyceps vi costringe a fare è trovarvi un albero e iniziare a salirlo il più veloce possibile. Vi sta mangiando il cervello, e voi risalite il tronco aggrappandovi alla corteccia in un disperato tentativo di fuga da quello schifo che vi ha infettati. Sempre che a questo stadio riusciate ancora a capire qualcosa. E alla fine, quando non avete più forze, quando il vostro sistema nervoso è stato fatto a pezzi in ogni sua minima componente, vi fermate. Restate paralizzati su un ramo a metri e metri di altezza.
Esattamente, riuscite ancora a provare un po' di vertigine?
Il fungo ha raggiunto il suo scopo. L'avete portato in una posizione privilegiata, dal quale ha più possibilità di diffondersi e contaminare gli insetti sottostanti. Voi siete morti. E il Cordyceps continua la sua crescita, succhia le vostre sostanze nutritive, i vostri organi, il vostro intero corpo. Siete delle piccole mummie di formica, con il corpo intatto all'esterno e completamente vuoto all'interno. E quando le condizioni saranno favorevoli, dalla cavità dell'addome che vi era appartenuto spunterà il corpo fruttifero. Raggiungerà la superficie e diffonderà le sue spore. E voi avete un fungo, lungo e filiforme, probabilmente giallastro, o rosso, o blu, o di un bel verde brillante che vi esce dalla schiena. O dal cervello.
Esattamente, come ci si sente quando la cosa a cui assomigliate di più è una fioriera?


http://neurophilosophy.files.wordpress.com/2006/11/cordyceps-unilateralis.JPG

http://www.youtube.com/watch?v=CCOQ0VU24xw&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Enaturamediterraneo%2Ecom%2Fforum%2Fpop%5Fprinter%5Ffriendly%2Easp%3FTOPIC%5FID%3D71509&feature=player_embedded

lunedì 27 luglio 2009

Di minuto in minuto

Non è più come prima.
Non soltanto nel senso che ora viaggio in camicia da notte e non mi pettino i capelli.
Non soltanto nel senso che il mio corpo si rifiuta totalmente di portare avanti ogni funzione vitale.
A-pathos.
Il greco serve a qualcosa.
Sensazione da fazzoletto.

giovedì 23 luglio 2009

La mia ombra aveva delle gambe bellissime oggi

As the mist leaves no scars
On the dark green hill,
So my body leaves no scars
On you, nor ever will.

When wind and howl encounter
What remain to keep?
So you and I encounter,
Then turn, then fall asleep.

As many nights endure
Without a moon o star,
So will we endure
When one is gone and far.

mercoledì 22 luglio 2009

D.M.

Se non siete mai andati a un concerto da soli, fatelo.
Anche se conoscete tre canzoni su cinquanta.
Anche se non avete idea di come tornare a casa.
Anche se fate parte del 3% sotto i trent'anni.
Andateci, non si sa mai nella vita.
E poi, comprate una maglia XXL alla vostra migliore amica che non è lì con voi.
Notte lover,
XOXOXO

A.M.

Il bello di un blog è che puoi scriverci quello che vuoi, cacellarlo e poi riscriverci su. Quando pubblichi, nessuno saprà mai cosa avevi intenzione di dire all'inizio. Tenuto conto di ciò, chissà quante parole abbiamo perso. Quante parole avete perso.

domenica 19 luglio 2009

Razor-nail

Ricaderci dentro.
Acre?

Leaves, Leaver

Serata stretta.
Stretta?
Intima, volevo dire. Siamo stati tutti così vicini. (a qualcosa? A cosa?)
Ho in mente gli ascensori oggi. Vorrei prendere le persone e portarle negli ascensori. Continuo ad avere davanti agli occhi delle visioni che ho paura di chiamare ricordi, perché ricordi implica qualcosa di accaduto, in un modo o nell'altro. In un mondo o nell'altro. Qualcosa che comunque c'è. (e dove l'hai nascosto? Quando lo tirerai fuori?) Domanda sbagliata.
Frase sbagliata, col tono sbagliato.
Quatità di fiato sbagliata.

Per cosa si vive esattamente?
Sto cercando di trovare quello di cui ho bisogno veramente. Hai detto che questo viaggio ti ha lasciato molto più di quello che speravi. Che non hai capito l'inglese, hai capito te. Che adesso sai di cosa hai bisogno, di cosa non puoi fare a meno. La tua vita, la tua vita adesso puoi dire davvero dove sta. Mi piacerebbe che leggessi questo.
A me basta una sola persona.
Devo poterci parlare. So che stai sorridendo. "Il più piccolo germoglio dimostra che non c'è morte in realtà, e che se mai ci fosse porterebbe verso la vita, e non l'aspetta alla fine per fermarla. E che è cessata nell'attimo in cui la vita è apparsa. ... Tutto progredisce e si espande, niente crolla, e morire è diverso da quel che ciascuno abbia mai creduto, e più felice."
D.

giovedì 16 luglio 2009

Speciment Days

Il Marcus tutto puntini e luccichio disse: "Io non sono nessuno, chi sei tu? Non sei nessuno neanche tu? Chiamami quando rientri."

martedì 14 luglio 2009

I`m a bird now

One day I’ll grow up, I’ll be a beautiful woman
One day I’ll grow up, I’ll be a beautiful girl
One day I’ll grow up, I’ll be a beautiful woman
One day I’ll grow up, I’ll be a beautiful girl

But for today I am a child, for today I am a boy
For today I am a child, for today I am a boy
For today I am a child, for today I am a boy

One day I’ll grow up, I’ll feel the power in me
One day I’ll grow up, of this I’m sure
One day I’ll grow up, I know a womb within me
One day I’ll grow up, feel it full and pure

sabato 11 luglio 2009

Smalto in polvere and a green scent

Soundtrack: Resurrection Fern.
Londra di notte è bellissima. Basta scendere una fermata della metro prima di quella che usate di solito e lasciarvi perdere. Con la giusta compilation, tutto apparirà troppo finto per essere vero. Anche la brezza sembra di plastica, e il party da cui sei appena uscita l`avevi visto solo in tv. Ho accarezzato un gatto bianco e nero, e lui mi ha seguita fino a casa.

venerdì 10 luglio 2009

Invisible Monsters

Non importa con quanto scrupolo seguirai le indicazioni: avrai sempre l'impressione di aver perso qualcosa, la sensazione sprofondata sotto la tua pelle di non aver vissuto tutto. C'è quel sentimento di caduta nel cuore, per essere andato troppo in fretta nei momenti in cui avresti dovuto fare attenzione. Be', abituati a quella sensazione. È così che un giorno sentirai tutta la tua vita. È solo questione di abitudine. Niente di tutto ciò ha importanza. Ci stiamo solo scaldando.

[cit.]

giovedì 9 luglio 2009

È solo febbre

Davanti a della cioccolata solubile che sa da cerotto usato. E la similitudine non è mia.
Si può prendere una vita, setacciarla attraverso analisi e sintesi, scomporla, assaporarla e poi riporla nei cassetti? E in base a quale ordine? Con quale criterio tassonomico? Seguendo quale logica? Oggi ho visto una stanza bianca con dei metronomi tutt`attorno alle pareti, un murales fatto come una mappa concettuale e nel mezzo, un po` spostato a sinistra, un armadio. Grande. O meglio, un mobile da cucina, con le ante di vetro, sei cassetti per lato e sportelli sottostanti, di legno laccato. Dentro, milioni di piccoli oggetti, denti tappi cocci lettere bambole coltellini svizzeri, scatole accuratamente etichettate contenenti le cose più disparate. Tu aprivi guardavi leggevi e intorno il rumore dei metronomi che si andava trasformando in musica. Assurdo. Mi ha tolto il fiato. La didascalia diceva che l`intento dell`artista era far sì che gli spettatori si domandassero quali criteri di organizzazione può avere la vita di ognuno di noi, mettendo in crisi il tradizionale metodo di classificazione. Come facciamo a meterci in ordine? E se raccogliamo le vicende di altre persone, possiamo scinderle nei loro elementi più puri e accomunarle alle nostre? O siamo troppo unici? E come ci regoliamo? Può essere valido il cassetto "blu"? E quello "capelli persi e poi ritrovati"? Il ragazzo di fianco a me ha una camicia a righe azzurre, una bottiglia vuota alla sua sinistra e legge manga su internet. Io includerei questo momento nello scaffale "stanchi e soli. Ma belli".

martedì 7 luglio 2009

Between past and present.

That was the mission you chose, wasn`t it? Think it out. Where did you want to arrive? Maybe, in the end, you making right. In your own way. I could be a Red Cross nurse. Perhaps the white skirt and that cute hat suit me, I have to try them on.
It will all work out.
I was there, and now here I am. What a fine construction.

Secondo principio:azione e reazione

Grazie Signore Misericordioso per aver inventato la Stagione Dei Saldi.
E perdonali, Signore, perchè non sanno quello che fanno. Non sanno che fare ressa da TopShop causerà gravi danni al loro apparato psicofisico.

sabato 4 luglio 2009

Derivazioni

Ho l'anima raggrumata.

giovedì 2 luglio 2009

Dimenticare quello che è

Faccio del male alla gente. Tutto qui.
Dovete allontanarvi da me il prima possibile. Ti prego, l’ultima cosa che voglio è farti soffrire. Mi dispiace.

lunedì 29 giugno 2009

Because the night

La pioggia scende sottile e i lampi si susseguono veloci, illuminano il cielo per parecchi secondi prima che tutto torni alla consueta e rassicurante oscurità. È questo che dovrebbe essere la notte. Buio. Completo. Tuttavia, le piace il rumore. Le piacciono le fitte dolorose che le provocano quei tuoni troppo forti, fitte che le arrivano dritte al cuore e, ne è sicura, lo fermano per una frazione di secondo. Comincia ad avere paura. Una paura che le prende prima le dita con un formicolio acuto, si estende piano alle mani e lei ha voglia di affondare le unghie nei palmi e vedere uscire il sangue, così, dolcemente, un nastro sottile rosso annacquato che le scende lungo l’avambraccio formando piccole gocce che colano dal gomito. Ha davvero paura ora. La pioggia si è fatta più intensa, cade perpendicolare al suolo in filamenti continui e caldi che le si appiccicano ai vestiti. Indugia sulla porta di casa annusando l’aria intorno, ascolta i tuoni farsi sempre più vicini e i lampi la avvolgono completamente, riverberano attorno a lei facendole girare la testa. L’aria ha un sapore così buono, è elettrizzante e le fa venire la pelle d’oca. Seduta per terra, decide di aspettare. Bagnata fradicia, i vestiti che si inzuppano di pioggia ogni secondo di più, le mani che tremano e il cuore a mille, crede che tra poco le uscirà fuori con un’ultima calda pulsazione. Vederlo rotolare ai suoi piedi, quale soddisfazione.

domenica 28 giugno 2009

Far West

Questa notte di giugno sa di pioggia e di tuoni lontani. Aspetto un temporale questa sera, per lavarmi di dosso la sensazione di essere dentro a un film. Perchè ho paura. Ho paura che possa tutto finire prima ancora di essere davvero iniziato (e io, sono stata iniziata?) e che queste frasi perfette, questi movimenti lenti, calcolati nei minimi dettagli, queste situazioni così terribilmente giuste sfumino via in un mese senza te.
Mi sono affezionata alla tua voce. Mi sono affezionata ai tuoi gesti e all'espressione che farai quando leggerai queste righe, dapprima confusa e poi, a quest'altezza, dolorosamente compiaciuta. Se l'acqua, l'elemento che odio più di ogni altro, non sarà capace di spazzare via la mia meraviglia da grande schermo, credo che sarà la fine. Che più che affezionarmi mi abbandonerò, e a te verrà chiesto di sostenermi. Allontanati adesso, finchè puoi, prima che anche l'ultimo filo di semi-razionalità, prima che l'ultima esile barriera vengano abbattuti.
Non voglio farti del male.
Buonanotte amò,
porgi l'altra guancia.

sabato 27 giugno 2009

Se la tua voce ha devvero questo suono

Bene ok perfetto da oggi lasciamo cadere ogni barriera, smettiamola con questa inutile resistenza, che poi non è che porterà a grandi godimenti futuri, casomai rimpianti ecco, abbandoniamo le armi nel fango e riemergiamo dalle trincee, tanto ormai mutilati siamo mutilati e si sa che un reduce resta così per sempre quindi tanto vale alzarsi e raggiungere la cioccolata, perchè in guerra mica c'è la cioccolata, tutt'al più ci sono bottiglie di menta che possono o non possono essere scadute, a te il rischio, panna da montare giallo canarino o se siete fortunati crackers ammuffiti, quindi avanti, dimentichiamo i lividi grandi quanto piatti da portata, le bruciature sulle braccia e le ferite delle granate nemiche, perchè là, in fondo alla pianura, dopo gli alberi la laguna e il mare e altri alberi, o forse campi di grano o di segale o di qualsiasi altra cosa ecco, là, c'è la cioccolata. Un tavolo in mezzo al bosco, tovaglia rossa a quadri di plastica antimacchia con sopra un'unica stecca di cioccolato fondente su carta argentata. Ed è probabile che dentro ci troveremo un biglietto d'oro.

venerdì 26 giugno 2009

La verità non è esattamente questa

La visione notturna dei film sbagliati provoca danni irrimediabili all'esistenza.

Sento la tua vertigine.

Vendimi

Ce li hai presente gli ultimi due versi della canzone dei Verdena?
Non conosco la misura in cui mi manchi.
C'è qualcosa che non c'è, che non va, che non deve sfuggirmi così.
Non conosco la ragione per cui sei diventata così importante. Sto cercando di sezionarmi per non prenderti in giro. Mi sento maledettamente in colpa per un sacco di ragioni.
E non dovrei pretendere niente, non dovrei e ovviamente non posso pretendere niente. Ma tu, non concedermi nulla.
Anche se tutto è scorretto, adorami.

giovedì 25 giugno 2009

Jay Ho

Alla tv danno un horror di seconda categoria e io mi metto a pensare a te. Non che tu mi ricordi un horror, chiaro. La ragazza che urla nel film ha una canottiera bianca ed è piuttosto carina, e in questo si che potresti venirmi in mente tu. Le tue mani sulle mie, come le intrecci, come le tieni. Avevo promesso di non affezionarmi a te.
C'era una cosa che volevo dirti ieri, prima di lasciarti andare. Dimenticami. Poi non te l'ho detto, semplicemente perchè non voglio. Non voglio che mi dimentichi.
Se vuoi posso dire che non mi mancherai ma non sarebbe la verità.
Come sono da addormentata? Non credo di rappresentare un bello spettacolo, ma tu hai fatto questa cosa fantastica, e quel biglietto sta nel mio portafoglio dietro l'abbonamento della metro. Non lo dimenticherò. E non dimenticherò te, qualunque cosa succeda. Quello che sto scrivendo è terribile. Lo so è sdolcinato e banale, ma non mi importa. Ci sono tantissime cose che avrei da dirti ma non posso.
Buone vacanze.
Affogami dentro te.

I've been waiting hours for this, I've made myself so sick, I wish to stay, and sleep today.

venerdì 19 giugno 2009

Lesioni

forse è perchè
forse
forse è perchè
forse è solo che
forse sei tu
forse è una serata troppo afosa
forse è che non capisco poi molto bene
e non ho nemmeno più libri da leggere

a volte mi sento così stronza

certe cose col passare del tempo non hanno più senso
e avevo promesso che non avrei più scritto di te
adesso ci sono troppi fatti che hanno perso valore
e non so nemmeno perchè ci avevo perso tempo

ed è strano
perchè era come se non ci vedessimo da così tanto
come se fosse la prima volta,
ancora senza l'idea di te
scusa per le cose che ho detto e per
quelle che non ho detto

grazie per la menta a tutte e due

martedì 16 giugno 2009

Come un castello di carte

Hai detto che ti scavo dentro con uno sguardo.
Tu lo fai con un respiro.

lunedì 15 giugno 2009

Domino

I decided to never invest too much emotion in one thing. It's always a set-up to the pain of losing them.

Non innamorarti di me.

"La voce mi aveva fatto venire una piccola vertigine dietro alla nuca"

la mia casa è buia. ha i balconi chiusi e le tende tirate per non far entrare il sole. quando ieri sera sono uscita da qui, mi girava la testa. ho ascoltato Roads al buio due volte prima di riuscire a calmarmi, seduta per terra sul cemento rovente. prima di stendemi in un altro letto, ho mangiato cereali allo yogurt e guardato puntate già viste di cartoni animati aspettando che la notte si trasformasse in un altro giorno. la consistenza fisica di te stesa al mio fianco. il tuo sapore ancora sulle labbra. adesso sono di nuovo qui, ho aperto la porta in silenzio e sono salita facendo attenzione a non far schricchiolare i gradini. ho aperto l'acqua della doccia, bollente più dell'aria fuori ma meno dell'aria dentro. ora ho un vestito a fiorellini bianchi e mi sono accorta di aver perso un pezzo di orechino, quello sinistro. il rumore del ventilatore ronza nelle orecchie e continuo a versare bicchieri d'acqua, uno dopo l'altro, senza interruzione. l'acqua mi fa pensare a te. la fitta allo stomaco che provo da giorni è puramente psicosomatica, ed è inversamente proporzionale al tuo essere qui. più ti allontani e più si intensifica. cammino per casa a occhi chiusi, nemmeno tanto piano, e aspetto di andare a sbattere contro qualcosa che non arriva. appoggio bene le piante dei piedi per terra, contro il marmo freddo, e non protendo le mani in avanti. conosco troppo bene queste stanze per inciampare in uno scalino nascosto.

Saliva e panna montata

La logica è una gran cazzata.
E la percentuale della mia forza di volontà è 76%.
Questa cosa sembra una barzelletta, oppure un film. Quello che resta da vedere è se si tratta di una commedia o di una tragedia, ma io propendo per una sit-com comico/romantica.
Sit-com dà esattamente l'idea della situazione.
Andiamo in onda a puntate.

Arrivederci alla prossima.
(mani)

venerdì 12 giugno 2009

When I get you alone

c'è bisogno

c'è bisogno
c'è bisogno di

vento attraverso i capelli, le foglie rotolano via
il tuo viso parla ma resti in silenzio, la bocca che si muove ritmica a ingoiare pezzi di cielo ho paura che non ci resterà abbastanza aria
i nei sulla mia pelle li hai contati con le labbra tanto tempo fa, com'erano dolci quel giorno amore mio, e se sapessi se parlo a te a te o a me non sarebbe male come punto di partenza

ho saltato la parte in cui dovevo rinascere gatto, ed è questa la vera ragione del vuoto che a volte mi risucchia dentro (hai detto) poi però sarò un'anima-gatto .male di miele.

mercoledì 10 giugno 2009

Schemi

I miei piedi sanguinano vistosamente. I tacchi producono un rumore forte, ritmato, un’eco lungo la strada.
Dietro, una scia di sangue, rossa come le unghie sporche di cera che adesso dovrò pulire.

Quello che mi piace di te è quel modo di tenere la sigaretta tra le dita, e il profilo dei tuoi occhi.

Qualcuno mi spieghi perché sono così triste stasera. Perché ascolto gli Afterhours alle due.zerosette, perché non mangio da mezzogiorno e non ho ancora fame, anzi il pensiero di inghiottire qualcosa mi provoca disgusto e conati di vomito.

La distanza di un braccio è lunga un abisso se il braccio è il mio e l’abisso lo crei tu, e non credere di sapere di chi sto parlando.

Come tutto si dissolve. Piano. Come la tua immagine riflessa su un vetro sporco rimandi il volto di qualcuno che non conosci, eppure lo trovi familiare, gonfio e incredibilmente familiare. Se conoscessi il mio posto sarebbe meglio.

lunedì 8 giugno 2009

ры́ба

C'è gente che ha speso la propria vita per dimostrare che il concetto di relazione causa/effetto ce lo siamo inventato noi.
Mi sento quindi pienamente legittimata ---.

"Quello che fai è sbagliato, ma è sbagliato se non lo fai"
Ti servirà un retino con buchi piuttosto stretti, se vorrai prendemi.

venerdì 5 giugno 2009

A cosa serve lo stomaco?

Ho cucinato per te nuvole di fragole e miele.
Le ho tagliate a fettine come burro, e hanno sfrigolato sul fuoco. Uno schizzo di sangue mi ha bagnato le labbra. Fuori, un cielo immobile, rosso come un' Apocalisse e senza nuvole; le ho rubate io per te. Le ho servite in un piatto quadrato, condite con terra acre che impasta la bocca. Un mazzo di stelle ornava il tavolo della nostra casa in collina.
Ti ho aspettata, ti ho guardata salire il vialetto circondata di narcisi viola e bianchi, e il loro profumo saliva fino a me. Un vento leggero ti accarezzava le braccia, fuochi d'artificio alle tue spalle, in lontananza, schegge di porcellana conficcate nel cielo.
Fragole e miele pronte per te.
E tu mi hai detto. che non avevi fame.

giovedì 4 giugno 2009

Smells like you

Il profumo della tua pelle mi manda su di giri.
Riesco a immaginarlo.
Elemosino sorrisi e aspetto una canzone, cercando di non pensare che tu non ci sarai.
Che poi, lo sappiamo tutti che è meglio così.
Meglio che non ci vediamo e non ci parliamo e non sostiamo nello stesso corridoio.
E io continuo a sentirmi in colpa.
Perchè cazzo ti devi rovinare la vita così?
Perchè cazzo mi devi far stare così male?
Dio santo ma non lo capisci, no, tu non lo capisci.
Tu sei a posto, tranquilla, normale, niente da spiegare.
Ma per favore.

martedì 2 giugno 2009

Guida notturna in stato di ebbrezza

Perchè riflettere quando non devi?
Perchè far riflettere quando è meglio non pensarci?
Stiamo tutti cercando di farci gli affari nostri rivelandoli a spettatori ansiosi di sapere.
Attenzione, la visione è consigliata ad un pubblico di soli adulti.
Ciò che ci muove è semplicemente amor proprio e conservazione di sè, con giusto un tocco di egoismo, tanto per gradire. E non è detto che non sia gradito.
Perchè porsi problemi quando è tanto più semplice negare tutto?
Perchè continuare a chiedersi se è giusto o sbagliato, se giusto e sbagliato sono concetti totalmente inesistenti? Giusto per chi? Sbagliato in base a cosa?

You make me feel mighty real

lunedì 1 giugno 2009

Under my skin

I hesitate to say I was bait for you
Could that be something that you all would do?
I'd be lying if I did now say I wasn't intrigued
But timing is everything here, and for the moment the "we" is reprieved
But, as I watch the girl unfold before my eyes, I discover
That I like her

Would you please get out from under my skin?
'Cause I can't begin this yet
And I don't know what my intentions are
They're speaking in a different tongue
And deep inside, I'm not as tough as I seem
But I won't let you know
Until it's right, I'm gonna stay my distance
And you should go

I'm in the dance, and it's a chance
But stay and watch awhile
I'll be singing a tune just for you with a smile
And maybe, if I'm lucky
You'll tip your hat to me, and you'll discover
That you like her

Would you please get out from under my skin?
'Cause I can't begin this yet
And I don't know what my intentions are
They're speaking in a different tongue
And, deep inside, I'm not as tough as I seem
But I won't let you know
Until it's right, I'm gonna stay my distance
And you should go

Crazy as it all plays out
I think I'm lonelier than I've ever been before
'Cause I was so close
To going through that door
But I don't want to be to blame for them
I don't want to be to blame

Oh, would you please get out
I'm not as strong as I seem, but I won't let you know

venerdì 29 maggio 2009

The Burning Plane

Prometti ancora di non toccarmi?
...
...
Lo prometto

Se solo sapessi quanto

one. Acqua aria terra fuoco.
Da quello che mi piace meno, a quello che amo di più.
Amo le cose che abbiamo in comune, e le poesie.

two. Faccia Di Velluto, Daniele: "..e sono io che sono fuori, e fuori piove anche..che giornata di merda" che poi non c'entra assolutamente niente, ma sono felice, confusa e felice e anche un po' esaltata, e il testo di questa canzone è divertentissimo, il tono che dà alle parole per poco non mi faceva cadere dalla bicicletta dal ridere.

three. Disturbo di tipo comportamentale collocato nel ramo della Mania. Soffre di una Mania di tipo Affettivo le cui principali caratteristiche sono: Euforia; stato non realistico di esaltazione e di fiducia in se stessi. Questo è ciò che mi ha diagnosticato la Lindy, insieme a un sacco di altri disturbi della personalità dovuti ad alta emotività, nonchè un disturbo ossessivo compulsivo sempre di personalità. I nomi di tali disturbi sono veramente belli.

four. Parlare con la Linda fa male. Non fatelo. Perchè poi si evolve tutto in uno stream of consciousness molto, molto pericoloso. Esempio:
Io (irritata, verso una terza persona non presente al momento): "perchè non ti trovi un passatempo, --- ?"
Lei (aria mistico/trascendentale, occhi al soffitto): "SEI TU IL SUO PASSATEMPO DOMI"
Io: "..preferirei essere il passatempo di qualcun'altro"

giovedì 28 maggio 2009

Memorie filosofiche

La perfezione non esiste.
L'amore, in senso platonico, non esiste.
La felicità non esiste. Ciò che scambiamo per felicità è in realtà la ricerca di essa.
La psicologia è sbagliata.
I criteri di valutazione soggettivi.
Il tempo, quante volte ne perdiamo la congnizione?
Alle fotografie si applica un criterio di bello estremamente variabile.
Per la giustizia, vedi Sofocle.

Viviamo in un mondo approssimativo.

mercoledì 27 maggio 2009

SBANG

Velocità. Velocità.
Acceleratore frizione cambio acceleratore.
Più veloce.
Accelera, accelera.
Frizione cambio acceleratore. Ancora.
Senti come un'angoscia montare dentro.
Un'angoscia e parallelamente un senso di controllo totale.
Sei tu che comandi ogni cosa.
Silenzio, la strada dritta.
Non vi capita mai/
e come lo controllate/
voi tutti/
quel desiderio irrefrenabile di spostare lievemente le mani?
Basterebbe un tocco. Silenzio.
Un giro leggero, solo con le dita, leggermente a destra, di più, di più
la scena aumenta di velocità, ancora,
le mani salde sul volante
il motore sale di giri, comincia a far rumore, un rumore che cresce, come
il desiderio che si propaga a velocità incontrollata fino alle dita dei piedi
manca il respiro
controllo totale
gli occhi fissi sulla strada
più veloce
il rumore che si accresce, si amplifica
ingloba ogni cosa e tu dentro
dentro al rumore
è avidità
come puoi chiamarla altrimenti?
vita
vita
l'auto sbanda, una virata improvvisa a destra,
di una forza immane, spaventosa
e anche tu sei spaventata
ma premi sull'acceleratore e non lo lasci andare
non lo lasci andare
permetti all'auto di sbattere contro un'albero a una velocità assurda
lo colpisci in pieno
senza riserve
con un'energia che non ti lascia la più piccola difesa
e poi uno schianto
chi può chiude gli occhi
li serra forte per non vedere
per non vedere cazzo
un grande animale fumante
scintille fuoco fiamme sangue e quel rumore metallico ASSORDANTE
ti uccide ti strappa è un dolore acuto lancinante mortale fa paura ribrezzo disgusto terrore panico dà la nausea e ti costringe in ginocchio a vomitare l'anima senz'aria nei polmoni e parole nella bocca

Ed è, a suo modo, quiete.

lunedì 25 maggio 2009

Lmfao

Daniele a mezzogiorno e un quarto sotto un sole liquido e l'aria che potevi tagliarla con un grissino. Come il tonno. L'olio nella lattina poteva essere il mio sudore, che ha lasciato il segno sul vestito viola nel punto in cui le spalline dello zaino poggiavano sulla stoffa. Un'afa che i piccioni cadevano sulle strade stecchiti e le talpe tornavano in letargo, per dirla con Virginia. Allargavi le braccia e ti sembrava di nuotare in un qualcosa che opponeva resistenza, una resistenza un po' vischiosa e appiccicaticcia, anzi, tachente.
Salirò.
Il testo di questa canzone non mi è mai sembrato bello come oggi.
Sono rimasta fuori dal portone di casa ad aspettare che finisse per evitare di perdere quello stato mentale che mi permetteva di ascoltarmela e goderne fino in fondo, come non ho mai fatto nemmeno quando mi hai portato il cd. La nota a fianco, scritta in lilla, diceva "perchè il primo amore non si scorda mai" Giuro, mi stavo cappottando dalla bici a forza di ridere. Era esilarante.
Ancora di più quando sono salita in cucina, ho acceso la tv su un canale a caso e ho beccato Mtv, e cosa c'era su Mtv? Chart Blast. E indovina chi c'era su Chart Blast (oltre Carmen Electra). Joss. Joss! Pensavo di morire da quanto era comica la situazione. Ma sul serio! Comica davvero!
Ahahah, stato di grazia.

Era una notte buia e tempestosa

Darei qualsiasi cosa per te.
Porca puttana quanto mi manchi.

giovedì 21 maggio 2009

Masochismo. Non c'è altra parola.

Love Story -Taylor Swift-

Ho in mente un vestito nero, aderente, un tubino con le spalline fini. Ha un'unica applique di raso bianco sulla scollatura, eppure è un vestito da matrimonio. Poi c'è un campo di grano dorato, un'albero, uno solo, e un altro vestito, stavolta rosso, di chiffon leggero tanto da confondersi con i petali dei papaveri che incorniciano il tuo volto. Un vicolo di ciottoli sconnessi e il cielo che si specchia nell'azzurro dei tuoi occhi. Grilli e cicale in questa strada d'estate incorniciata da alti alberi verdi, verdissimi, mi stringi la mano e sorridi a quello che dico.

"ho sempre paura quando sto con te ho paura di baciarti di stringerti di sfiorarti ho paura di quello che faccio e di come lo faccio ho paura di quello che fai tu ho paura che ti fermi e ho paura che continui ho paura che finisca ho paura di lasciarti andare via ho paura di stare troppo male senza di te.

non voglio perderti.."

Quella volta ho sbagliato risposta?

come vorrei baciarti ora. a chi sto parlando?

lunedì 18 maggio 2009

Gigantografia

Provate voi, ad ascoltare Snow in queste condizioni.
Primavera inoltrata e sole ancora freddo, destinato a diventare incandescente prima di mezzogiorno.
Voglia di vivere che ti trapassa la pelle.
Voglia di volare.
Semplicemente, allargare le braccia e su.
La sentite la vertigine?
Quando manca il respiro e c'è quel vuoto nello stomaco.
Spinti sempre più in alto ad una velocità folle, l'aria che taglia la faccia.
Lacrime, ma non di pianto.

Smiling

Che alla fine ci facciamo del male con l'unico scopo di assaporare il bene?
Ci feriamo per goderci la cura?

Grazie a tutti quelli che c'erano oggi. <3

venerdì 15 maggio 2009

Feng-shui

Oggi è stata una giornata una giornata un po’ così.
Ognuno l’ha vissuta come più ha preferito, o come il destino gliel’aveva scritta.
C’è chi ha parlato, parlato a nastro, senza interruzione; c’è chi è rimasto zitto ad ascoltare quello che parlava; c’è chi è salito in treno e non pensava di dover affrontare la telefonata che ha ricevuto tre minuti più tardi. Altri hanno deciso per una pacca sulle spalle, altri ancora per una busta imbottita e un indirizzo scritto a pennarello. A qualcuno è capitato di urlare più forte di quello che avrebbe voluto, o di lasciare la saponetta nel posto sbagliato. A me è toccato in sorte di entrare in gelateria e ordinare un frappé al cioccolato, cannuccia gialla, e tornare a casa a studiare Kant. Poi sono scesa, mi sono affacciata al portone e ho ascoltato chi parlava a nastro, guardando chi invece ascoltava. Tornata di sopra, ho aperto lo sportello bianco della cucina, quello grande in angolo, e ho preso un sacco di plastica giallo, di quelli del secco. Arrivata in soppalco, ho acceso i Depeche Mode e ho aperto completamente l’abbaino. Con il sacco giallo in mano, ho cominciato a spazzare via tutto quello che c’era sulla libreria, sistematicamente, ripiano dopo ripiano. Poi sono passata ai cassetti e infine alla scrivania. È finito tutto dentro al sacco, a eccezione di poche cose, quelle davvero importanti. Avevo bisogno di spazio, di ordine, di pulito. Con un panno ho tolto la polvere da tutta la stanza, ho spazzato per terra e lavato i vetri. Sulla scrivania ho aperto una scatola di latta e ne ho svuotato il contenuto. È spuntato fuori, tra le altre carte e cartine, un post-it completamente scritto. Vuoi sapere cosa c’era sopra? C’era la fedele trascrizione di sei o sette messaggi, tuoi, di quando probabilmente non avevo il quaderno sottomano per trascriverli. Solo allora mi sono fermata. Non mi era successo niente nemmeno pulendo col vetril le scritte sul vetro della scrivania, che pian piano si stanno cancellando da sole. Ma cazzo, quel post-it, dovevi vederlo. Mi si è stretto il cuore. Un po’ come se si fosse abbracciato da solo, solo che ha premuto un po’ troppo e mi ha fatto male. Ho trattenuto il respiro e ho letto i messaggi che c’erano scritti sopra, con tanto di data e ora precise, e vuoi sapere anche che giorno era? Quello in cui sei venuta a dormire da me e abbiamo guardato Elizabethtown tutta la notte con i sottotitoli, io che piangevo e tu che ridevi.
In piedi sopra il divano, mi sono sporta dall’abbaino e ho dato fuoco a quel pezzetto di carta con l’accendino nero. C’è voluto un po’ di tempo perché non bruciava bene, e alla fine è rimasto solo quel fragile scheletro di cenere. Ti ricorda niente l’aggettivo “fragile”? Comunque, non prenderla sul personale. C’è voluto tanto di quel coraggio, credimi, ma ne avevo bisogno. Non posso rimanere attaccata al passato il modo così maniacale. Mi soffoca.
Ora la stanza e vuota e arieggiata.
E io non ho studiato Kant, ma almeno mi sono fatta del bene.

Un bacio alla mia coinqui, che ne ha davvero bisogno. Ti voglio bene sirenetta. XD

Canzone: Heart -No Other Love-

domenica 10 maggio 2009

Post-vita

apro la mia finestra perchè non riesco a respirare
l'aria intorno a me prude, irritante come tutte le cose che non ho fatto
c'è qualcosa che sta cambiando, non ho ancora preparato la valigia
sogno di baci e di apparizioni violente, vivaci
gli occhi lacrimano sale
le parole che non ho scritto, che non ho detto, che non ti ho detto, come una montagna, fanno paura, credimi, io ne ho paura
l'aria che entra qui non è fresca, non depura, non mi provoca nemmeno un brivido
insensibile?
avrei bisogno di calarmi giù dal balcone come un'apparizione, un'epifania, un deus ex machina, un'angelo sfolgorante di luce, ma
freddo, di un freddo intenso, glaciale
congelando l'atmosfera intorno potrei calarmi su queste voci e farle tacere
curare i miei occhi
una pioggia dorata è quello che immagino adesso
visioni e apparizioni
forse è l'ora tarda,
zoo-mbie zoo-mbie
è una canzone meravigliosa, lei è questa voce che mi fa impazzire
soffoco a tornare sotto le coperte, soffocherò
coprimi di ghiaccio e riportami alla luce

Conigli

Come su un'altalena
Su & Giù
Su & Giù
Nel momento esatto in cui ti viene da vomitare




Lezione di oggi: mai lasciarsi (andare)

sabato 9 maggio 2009

Luccicante un raggio di cometa attraversa il cielo, polvere di stelle

Appoggio il naso sul mio polso, tre centimetri prima che diventi mano. Inspiro a fondo, a pieni polmoni. In un primo momento l’odore mi stordisce. All’altezza dell’orologio rosa di plastica, il cinturino ha lasciato sulla pelle un odore forte, pungente. Sa di estate, lenzuola sudate, odore di pomeriggi assolati, di cuoio, cuoio vissuto. Come qualcosa che ricorda la tua infanzia, qualcosa che ti stringe a se quasi schiacciandoti, che ti fa paura ma da cui sei irrimediabilmente attratta. È penetrante, acre, non propriamente buono, ma è uno di quegli odori da cui non riesci a staccarti. Fa quasi male.
E l’orologio è fermo, segna da vent’anni la stesa ora, le 12.26.28. Oppure le 24.26.28. Io credo che fosse un mezzogiorno, un mezzogiorno di luglio, quei giorni che sembrano scorrere in un unico grande ammasso senza una forma precisa, incollati uno sopra l’altro, in cui tempo e spazio non sembrano avere più senso. È in uno di questi giorni che l’orologio si è fermato, una mattina in cui lei si è svegliata tardi e non ha pensato a guardare l’ora fino, diciamo, alle sette di sera, e poi se n’è accorta. Aveva smesso di funzionare e lei non ci aveva fato caso. Dopo uno sguardo di sincero dispiacere, non ha più pensato a farlo aggiustare.

Liste

Propositi per un anno che è già iniziato e non me l’ha detto
a) Bere meno caffè. Il caffè fa male. Mi dona un sollievo temporaneo e contribuisce alla mia immagine, se vogliamo chiamarla così. E non so se considerarla davvero una cosa positiva.
b) Vorrei essere migliore. Una persona migliore, in tutti i sensi. Vorrei riuscire a dare il giusto affetto alle persone che a loro volta mi vogliono bene, perché spesso, troppo spesso, mi accorgo di non riuscire a ripagarli correttamente. Mi sento così ingrata.
c) Vorrei riuscire a dosarmi. Sai tipo, come una torta. Se non hai le giuste dosi viene uno schifo, uno schifo totale. A volte è come se mi avessero messo cento grammi in più di zucchero, oppure troppa poca uvetta.
d) Mi piacerebbe non essere così asettica certi giorni. Riuscire a lasciare indietro quello che non va e affrontare una giornata da persona normale, senza il pericolo di mostrarsi fredda e menefreghista, che poi cazzo, la prima cosa che mi dicono angosciati la mattina è “Cristina è uscita dalla Casa, ti rendi conto?!” e io sono lì che cerco semplicemente di vivere, non chiedo tanto no?, che tento di seppellire i miei problemi in una bella torbiera abbastanza profonda e infognata in una foresta sperduta alla fine del mondo, e questi arrivano e mi dicono emerite cazzate pretendendo che li ascolti e li compatisca, e io davvero, davvero non so come faccio certe mattine a non buttarmi/buttarli sotto il treno delle 6.47.
e) Non mentirmi. Mai.

Che altro posso aggiungere? Si accettano suggerimenti.

venerdì 8 maggio 2009

Intimità

Egli mi ama, non ama le mie budella, se gli facessero vedere la mia appendice in un boccale non la riconoscerebbe, non fa che smaneggiarmi, ma se gli mettessero il boccale in mano non sentirebbe niente dentro di sè, non penserebbe: "è roba sua"; bisognerebbe che si potesse amare tutto d'una persona, l'esofago e il fegato e gl'intestini. Forse non li amiamo per mancanza d'abitudine, se li vedessimo come si vedono le mani e le braccia forse li ameremmo; dunque le stelle marine si amano tra loro meglio di noi; si distendono sulla spiaggia quando c'è il sole e tiran fuori lo stomaco per fargli prendere aria e tutti possono vederlo; chissà da dove potremmo tirar fuori il nostro, forse dall'ombelico.

Jellybeans

oggi mi sei mancata.
mancata sul serio.
sono uscita dalla porta bordeaux con la testa in fiamme e una gran voglia di vederti e tu, come sempre, mi ha confusa. mi hai lasciata lì a dirti ciao con tutta la dentatura in bella vista, che ammetto non essere poi così bella, e quasi nemmeno mi rispondevi.
è una pena del contrappasso?
vorrei essere stata avvisata per tempo.
mi sei mancata da morire.
è stato un attimo.
ero in classe, stavo per svenire. ho sperato di incrociarti fuori dalla porta, che ne so, che andavi in bagno, alle macchinette, a farti un giro. oddio lo so lo so, è patetico. pa-te-ti-co. è un aggettivo che non ho mai sopportato, mi disgusta.
tornando a te, volevo scriverti oggi. facevamo assemblea e tutte quelle urla mi penetravano nel cervello come tanti pungiglioni.
volevo fermarti. quando sei passata davanti a me ho provato l'impulso di afferrarti il braccio e trattenerti lì.
crash, tamponamento.
contatto.

canzone da ascoltare con questo intervento: Cigarettes & Choc. Milk, Rufus Wainwright
Still there's not a show on my back
Holes or a friendly intervention
I'm just a little bit heiress, a little bit Irish
A little bit Tower of Pisa
Whenever I see ya
So please be kind if I'm a mess

martedì 5 maggio 2009

Sinuosità

Oggi ho finito il tè.Per l'esattezza il tuo tè.Il tè che non riesco a trovare da nessuna parte, quello la cui ultima bustina stava nella madia da mesi, chiusa al sicuro nella sua scatola verde.
Non è stato triste.Suonava più come se uno degli ultimi legami si fosse staccato, ma aspetta.Non so some fartelo capire, però era in senso buono.Voglio dire, sembrava piuttosto come -recidiamo un legame per stringerne un altro-Oddio, è difficile da spiegare.Insomma, non ci sono rimasta male nè niente.Forse potremmo riiniziare.
Ma davvero, questa volta.E guardandoci negli occhi.
Perchè non so, oggi va così.E' stata una giornata davvero buona e c'è della speranza nell'aria.Che sia tutta questa pioggia, che ormai ha lavato via tutto quello che c'era?L'ha spazzato fuori dal cielo, l'ha annegato e lo porta lontano, per far fiorire dell'altro, forse.D'altronde, è primavera.
Poi ho pensato a come sarebbe farci cadere una goccia di sangue dentro.Dentro al tè.Quel sangue rosso chiaro e molto acquoso, che si scioglie in fretta.Mi piace quest'idea.Questa goccia che cade perfettamente parallela alla tazza e si dissolve nel liquido in pochi secondi.Il tempo di dire ti amo, e non è già più lì.Sparita.

Vorrei che leggessi questo.

sabato 2 maggio 2009

Where is the night

Se una via silenziosa, una strada al buio, pochi lampioni.
Se risate e frasi smozzicate nella notte.
Se ondate di vento gelido, briciole sulla coperta.
Se camminare con la testa china, e sentire, passo dopo passo, sempre più caldo.
[Come se stessi andando in ebollizione. Che poi non è la parola giusta.
Un caldo tiepido e rassicurante.]
Se questa allergia alle gambe, se il mal di testa, se la nausea.
Se una lista di nomi in rapida successione.
Se abbinamenti sbagliati, non-salutari.
Se tutto questo. Senza --
Sterilizzati dalla notte.
La sogg ett iv ità è rin cuo rante [cit]

venerdì 1 maggio 2009

La metà di tutto

Le bollicine di spumante nel bicchiere di plastica hanno una consistenza strana. Sembra di poterle prendere con le mani. Sono perfettamente sferiche, piccole, piene. Quelle sul fondo hanno una dimensione leggermente maggiore, e risalgono il bicchiere pian piano per poi estinguersi una volta arrivate in superficie. Ho stappato io la bottiglia, il tappo è volato via con uno schiocco, e ho versato lo spumante a quelli che mi stavano di fianco. Abbiamo brindato e io sono rimasta a fissare le bollicine senza bere. Ho sorriso e applaudito, e sono tornata al mio bicchiere. Probabilmente sembravo una scema, chinata sul tavolo a osservare con profondo interesse quelle due dita di vino giallo chiaro, quasi trasparente. Totalmente incantata. È che non avevo voglia di fare festa, mi dispiace, non ne avevo voglia. Andava oltre ogni mio possibile sforzo, e l’energia in mio possesso non era abbastanza. Succede, a volte.

ho scelto il giorno sbagliato per smettere di fumare, ho scelto il giorno sbagliato per smettere di bere, ho scelto il giorno sbagliato per smettere di prendere tranquillanti...

giovedì 30 aprile 2009

Cibo. Ancora.

Ho mal di somaco e ti odio.
1) il mal di stomaco è causato dal fatto che nel giro di 5 ore ho mangiato
a) una porzione di patatine fritte
b) una spropositata quantità di maionese
c) due bustine di checiap parecchio grandi
d) un'enorme tazza di caffelatte (con molto caffè e poco latte)
e) 3 abbracci mulino bianco
f) una bustina di integratori vitaminici
2) l'odiarti è causato da
a) te che sei una deficiente
b) cazzo ti costa salutarmi?! -________-"

--> ho bisogno di me

spazio
spazio
spazio

I want the ocean right now

mercoledì 29 aprile 2009

Verdurine

Questo cielo mi manda su di giri, letteralmente. È freddo e spazzato da un vento straordinario, davvero, ha un colore ancora grigio perla verso il fondo, e sopra di me grandi nubi bianche si sfilacciano e si ricompongono di continuo, come in una specie di danza. L’aria è eccitante. Sento che oggi, e solo oggi, è il giorno giusto per fare qualcosa. Come se tutti i giorni passati non fossero serviti a niente, solo un preambolo di oggi. Che poi non è che abbia fatto nulla di così importante in queste ore, solo sono rimasta a casa da scuola, ho letto, sono andata dal dottore, ho letto, ho giocato alla wii, ho mangiato, ho letto, ho guardato i Simpson, ho aperto biologia, ho letto. Nient’altro. Però è pazzesco. Per tutto il giorno c’è stata questa luce assurda. Stamattina, quando mi sono alzata, sembravano le sei di sera, e mezz’ora dopo erano già arrivate le nove, tutto un po’ surreale, ma nel complesso bellissimo. E adesso invece, che sono le cinque e mezza, sembrano le due di un pomeriggio che promette grandi cose. Sono pure andata a prendermi un tramezzino. E il bello è che anche se so che è assai improbabile che accada alcunché di degno di nota, l’ebbrezza che ho addosso ha creato una specie di barriera contro quella malinconia, se vogliamo chiamarla così, o rassegnazione o che altro che di solito mi prendono in queste situazioni.
Solo una cosa: perché sono finita a mangiare tramezzini crudo e melanzane se le melanzane mi hanno sempre fatto schifo? Ed è strano che, dopo aver azzannato una fetta di quegli orridi e viscidi vegetali, per la prima volta senza nessuno di fianco, davvero la prima volta, dopo essermi chiesta da quand’è che avevo iniziato a mangiarli, ed essermi conseguentemente risposta, dopo che la maionese era sbrodolata fuori dal tramezzino impasticciandomi le mani, mi sono detta: adesso mi mangio un Pan Gocciolo. E Pan Gocciolo è stato.

lunedì 27 aprile 2009

Like snakes in a orchid

Uno.
Il suo piede batteva ritmico contro il pavimento.
Leggeva ad alta voce, mantenendo un ritmo incrollabile.
Non una pausa in più del previsto.
Parole come note. Parole infilate una dopo l’altra come perle.
C’era, in quella voce tutto quanto. Un universo intero.
Potevi leggerci dentro ogni cosa che lei era, o che cercava di nascondere, senza riuscirci poi troppo. Una voce che faceva tenerezza solo a pensarla, per quanto sia possibile pensare una voce, con tutte quelle gradazioni e incrinature che la rendono così sfuggevole.
Con l’indice della destra teneva il segno delle parole, spostandosi di continuo a formare piccoli virtuali tratteggi. Quasi singhiozzi, se vogliamo chiamarli così.
Con l’altra mano picchiettava sul banco un pastello verde.
Esattamente il colore dei suoi occhi.
Due.
Quel modo di scrivere le E.
La sbarretta verticale scende a formare una curva che è anche il trattino più in basso, insieme sembrano un po’ una culla, poi ci attacchi quello in mezzo, la cui punta tende leggermente a salire, e infine l’ultimo, che rimane fuori da quella specie di C formata dagli altri tratti di penna. Fluttua un millimetro più su, staccato da tutto.
Le A sono curve in cima e la lineetta a metà non arriva a toccare dall’altra parte, si ferma un po’ prima, come un binario morto. A guardare giù da un burrone il vuoto che c’è sotto.
Le O tentano sempre di chiudersi e a volte ci riescono. Altre volte la curva finisce un po’ fuori dal cerchio e altre ancora diventano più che altro un ovale.
Le S invece sembrano serpenti, scendono giù senza chiudersi, quasi uno scivolo, una rampa non so, come se sopra ci fosse qualcosa da far scorrere via.
Ugualmente sfuggenti sono le D e le M, e in generale tutta la tua grafia.
E in generale tutta la tua persona.
Tre.
Seduta per terra a gambe incrociate, brividi di freddo su tutto il corpo. Oppure di caldo. Si possono avere brividi di caldo?
Malessere diffuso, comprensivo di crampi allo stomaco, giramenti di testa, sonnolenza, mal di schiena lancinante. Una di quelle giornate che quasi quasi ti vengono pure i conati di vomito, e lasci la tazza di tè che ti sei preparata a disperdere il poco calore residuo sul tappeto di fianco ai tuoi piedi, e non l’hai neanche finita.
Che continui a ripeterti nel cervello frasi smozzicate e senza senso, sequenze di parole appiccicate alla rinfusa, e ciò non aiuta per niente.
Che hai i capelli sul viso, sporchi, e non c’è verso di farli stare su.
Che posi gli occhi su un crocefisso di legno scuro, con la figura di Cristo in rilievo. Sarà grande quanto l'unghia del tuo pollice.
Allora lo prendi tra le dita, lo avvicini agli occhi e lo rigiri piano, osservandolo minuziosamente. Con i polpastrelli ne segui tutto il bordo, le linee dritte della croce, poi posi il dito anche su quella minuscola figurina di legno più chiaro, senti le sporgenze e gli angoli appuntiti.
E come accade che lo appoggi al tuo polso, delicatamente, senza neanche premere, e d’un tratto schiacci a terra il braccio e lasci che tutti quei piccolissimi spigoli aguzzi affondino nella tua pelle?
Una di quelle giornate che trovi che c’è un che di molto poetico in quello che fai.

sabato 25 aprile 2009

time -is running out-

01.00.17 01.00.16.divano1.00.15 01.00.14 01.00.13 01.00.12 01.00.11 01.00.09 01.00.08questo scorrere01.00.07 01.00.06 01.00.05 01.00.04 01.00.03 01.00.02 01.00.01 01.00.00lento00.59.59 00.59.58 00.59.57cucina00.59.56 00.59.55 00.59.54dei secondi00.59.53 00.59.52 00.59.51 00.59.50 00.59.49 00.59.48 00.59.47 00.59.46 00.59.45 00.59.44 00.59.43 00.59.42 00.59.41inesorabile00.59.40 00.59.39 00.59.38 00.59.37 00.59.36 00.59.35provvidenziale00.59.34 00.59.33 00.59.32 00.59.31soggiorno00.59.30 00.59.29porta00.59.28 00.59.27 00.59.26 00.59.25 00.59.24 00.59.23 00.59.22 00.59.21 00.59.20salvifico00.59.19 00.69.18 00.59.17 00.59.16 00.59.15 00.59.14 00.59.13 00.59.12 00.59.11 00.59.10 00.59.09camera00.59.08 00.59.07 00.59.06letto00.59.05 00.59.04 00.59.03 00.59.02 00.59.0mortale

giovedì 23 aprile 2009

Vaffanculo

No, non c’è più.
Ma tu lo sai cosa vuol dire, cercare di sopravvivere in mezzo a tutto questo casino?
Provare ad addormentarsi senza pensarti in continuazione, essere costretti a spararsi nelle orecchie tutta la musica possibile, fino allo stremo, fino a non sentire più niente, per evitare di far affluire al cervello tutto quello che non deve affluirci, e riuscire a dormire almeno qualche ora a notte?
Hai idea di cosa significhi lottare per avere una vita normale, per superare le cose, per rifarsi una vita cazzo, rifarsi una vita, e avere te davanti che remi contro?
No, forse non lo sai..e cos’è questo tuo bisogno
di distruggere tutto
di non ammettere niente
di cucirti la bocca a filo quadruplo
di negare ogni cosa
di non affrontare nulla
Mi fai impazzire. Che cosa ti sta capitando? Cosa è passato per quella tua piccola testa di cazzo da renderti completamente deficiente in questo modo? Non è normale quello che stai facendo, te ne rendi conto?
Ed è tutto, come sempre, inutile.
Inutili le parole i sorrisi i gesti le occhiate tutto, tutto fottutamente inutile.

No, non c’è più.
E la cosa bella è che il problema ha cambiato complemento oggetto.
L’ho sempre detto che la grammatica alla fine un senso ce l’ha.
Grazie lover, perché senza di te non sarei qui.
Ti voglio bene.

mercoledì 22 aprile 2009

Poema epico in 7 atti (o un po' di più)

ah.Ah.AH. Tutto ciò è molto comico. Davvero. Ci dev'essere qualcosa di esilarante che mi sfugge, ma sono sicura che c'è. AH.Ah.ah.

martedì 21 aprile 2009

V.I.P.

Perchè alla gente sembra interessare tanto la mia vita? E' come se non ne avessero una loro, come se nessun pensiero transitasse per l'anticamera del loro cervello, come se avessero costantemente bisogno di sentirsi al cinema. Stanno continuamente protesi sopra la mia, di vita, a spiare quello che c'è dentro, ad origliare, a cercare di scorgerci qualcosa, qualunque cosa, con quella stessa morbosa attenzione che si riserva ai documentari sulle vittime di stupro o agli horror particolarmente sanguinosi. Non si può fare a meno di guardare, mai. E chissà cosa ci troveranno poi di così eccitante, di così non-comune, di così maledettamente interessante. C'è una cosa che si chiama vita privata. Cercate di ricordarvene ogni tanto.

Sospiri

Labbra.
So che ne puoi immagnare il sapore.
La consistenza.
Labbra labbra labbra.
-Erano dolci oggi-
Però
---

venerdì 17 aprile 2009

Water

Sono uscita nella pioggia e ho lasciato che mi inzuppasse tutta. Ho assaporato ogni goccia d'acqua che penetrava nei capelli fino a raggiungere la pelle sottostante, fredda come ghiaccio. Le sentivo come piccole punture di spillo. Come sotto agopuntura. Non avevo fretta, sono rimasta lì, in mezzo alla strada, camminando lentamente, sentendo una per una quelle minuscole gocce di pioggia.
Tornata a casa, mi sono buttata sotto una doccia bollente. Come se non fossi ancora dissetata. Come se non potessi fare a meno di sciogliemi in qualcosa.

giovedì 16 aprile 2009

Le ore

Insonnia.
All'1.16 di oggi mi sembrava di essere dentro la notte.
Mi si chiudevano gli occhi e non riuscivo a dormire. Niente.
Abbassavo le palpebre e mi pareva di scivolare un passo dietro al sonno.
Il sonno era dietro agli occhi, in una dimensione che io non potevo vedere.
Oltre me, e allo stesso tempo, io oltre lui. Ero staccata dalla me rannicchiata sul fianco destro, sfinita, che cercava solo di riposare per qualche stramaledetta ora.
Chiedevo solo di essere inghiottita dalla notte, ma non ho avuto nemmeno quello.

Ottativi

Prima è andato tutto male e poi è andato tutto bene. Poi bene bene e male ancora. Poi male e poi bene e poi non lo so. Strano come una versione di greco possa salvarti la vita, a volte.

mercoledì 15 aprile 2009

Correndo con le forbici in mano

Va verso la cassettiera per prendere una sigaretta. E' di schiena. Posso vedere la linea della sua colonna vertebrale tendere la pelle. Se corressi, penso, forse riuscirei ad affondarci le mani, afferrarla e magari strapparla. Si piegherebbe in due; spezzandosi, rompendosi.
E' come se il sole mi colpisse il viso.
Lo odio da morire.

Ihihih

Speaking speaking speaking..
..svuotarmi di me.
Welcome back lover!

martedì 14 aprile 2009

Roller coaster

Porca puttana sei come una droga.

Lost

Sapore d'estate//fili dorati si spezzano leggeri tra le dita
Il cielo azzurro in cui//si specchiava il mare
Paura di non tornare da//

domenica 12 aprile 2009

0.43

Disinfetta le mie ferite.
Disinfetta le mie ferite con alcool puro, se necessario.
Urlerei dal dolore, e tu urleresti con me.
E' questo che voglio.
Senti qualcosa e vienimelo a raccontare.
Vieni a dimostrarmi che sei viva.
Potrei scaraventarti a terra, farti del male sul serio, far scorrere il sangue da te su di me, da me su di te.
Cannibalismo.
Ricucirò le tue ferite e ti porterò a casa, riposerai accanto a me e percorrerò con le dita la linea delle tue cicatrici, fin dove si uniscono con le mie.
Love will have its sacrifices. No sacrifice without blood.

Incisioni

Perchè di notte si fa tutto più chiaro? Sarà la luce della luna, è brillante ed immensa stasera, con tutti i crateri ben visibili, saranno le schegge di vetri rotti per terra, schegge di vita. La luna piena e, immancabilmente, te.
Sarà che di notte abbiamo le difese più basse, ci lasciamo travolgere e basta un solo, minuscolo particolare a mandarti a puttane tutto. Tutte le tue certezze e le convinzioni a cui sei così difficilmente approdata crollano in un unico preciso isante. Collassano. Si frantumano in mille pezzi, macchiando di sangue il suolo su cui cadono. Gocce del tuo sangue. -Se riesco a farle crollare così significa che certezze non sono, domi- mi ha detto una sera una ragazza meravigliosa che a quest'ora probabilmente sta seduta in un qualche locale in riva al Tamigi davanti a un qualche cocktail fruttato.
Forse sarebbe ora di smetterla. Di finirla qui una volta per tutte.
Ma cazzo, questa luna. Questa luna che mi ricorda te, questo bar che mi ricorda te, questa strada che mi ricorda te, la mia camera il mio letto la sedia della scrivania le rose appese alle travi, la prima è stata la tua, il peluche a forma di foca le scale del soppalco il divano davanti alla tv ogni singolo pezzo d'arredamento di questa casa che la ragazza in riva al Tamigi definisce -casa di fate- porta inciso il tuo volto in una maniera che non dimenticherò mai, di notte tutto sembra parlare solo di te, non è una cosa molto normale, e l'unica patetica arma di difesa che ho trovato è scrivere. Riempire gli spazi che hai lasciato con il vomito di parole che non ci siamo mai dette.
Ingurgito la notte sperando di ricavarne almeno un atomo di luce.

sabato 11 aprile 2009

Effetti collaterali

Certe notti, quando credevi che mi fossi addor-
mentata, ti sdraiavi su di me.
Mi sembrava che mi schiacciassi le ossa. Eri pe-
sante, e mi facevi sentire così vuota.
Stringevi le tue mani sulle mie, ma sfuggivano.
Scivolavano giù sulla pancia.
I polpastrelli disegnavano il contorno delle cro-
ste e delle bolle. Cercavano le zone morbide.
Dall'ombelico uscivano lacrime di sangue in-
torno ai lividi.

Gocce

E tutto ciò è troppo lungo da ricordare. Troppo lungo da dimenticare.
E mentre la pioggia ci impregnava i vestiti i capelli le mani le labbra, ci scambiavamo pochi baci luminosi.
E' che avevamo gli occhi troppo belli.

Notturno con brio

A volte rimani scioccato dalla grandezza delle persone. Io resto senza fiato. Arrivano lì e in cinque minuti ti spiegano come tu sia per loro una specie di maestro, un guru o roba simile, come ti stimino e come ti abbiano sempre stimato, quanto ti devono, quanto li hai fatti crescere. A me stasera hanno detto che sono magica. Ma sul serio. Magica davvero. -Mi hai sempre trasmesso moltissimo Domi, le tue passioni, quello che fai, vedi, non lo so spiegare, ma sei un'amica meravigliosa per me, e ho imparato un sacco di cose standoti vicino, e anche quando entro in casa tua, sei lì, ci sono il tuo profumo e il tuo modo di fare che mi avvolgono un sacco, è come se mi trasportassi dentro il tuo mondo personale, è tutto..si, magico- E' pazzesco. Ero lì seduta su una panchina a congelarmi la schiena, a cento metri quelli della Via Crucis passavano cantando litanie, la chiesa illuminta da fasci di luce verticale e le candele tutt'attorno alla piazza. Bellissimo. Persone a cui non credi di fare questo effetto, se mai hai pensato di farlo a qualcuno, persone insospettabili che si rivelano capaci di azioni così belle da risultare strazianti, e mentre ti dicono -Grazie, con te ho passato una serata stupenda-, tu non trovi le parole giuste, perchè non ce ne sono, non esitono proprio, per dirgli quanto gli vuoi bene, quanto ti hanno sorpresa quelle parole, quanto il tuo corpo stia sorridendo in ogni sua piccola cellula, teso nello sforzo immane e non comune di trovare il modo giusto di sussurrarti Grazie.

venerdì 10 aprile 2009

Loving you

Ho imparato a dimenticarti ho imparato a lasciarti andare a darti i tuoi tempi i tuoi spazi a darmi cose da fare.
Ho imparato e cerco di metterlo in pratica.
Scrivo fiumi di parole su di te per liberarmi di te e al tempo stesso tenerti qui per sempre.
Se ami qualcosa lascialo andare. E se non torna più? E' un rischio che possiamo correre?
Credo di no. Credo di si. Ho troppa paura di perderti più di quanto ti ho già persa. E avevi ragione tu quando hai detto -ho paura che se poi succede qualcosa..non voglio perderti- e io dovevo disperatamente dirti di no ma sai, non è così facile.
Sei così strana tu. Sei incapibile, in bilico, fragile. Vorrei farti capire che ci sono senza che tu mi ritenga invadente, senza che la mia presenza ti infastidisca al punto di non parlarmi per settimane, salvo poi passarmi accanto sorridendo e farmi, completamente, crollare. Basta un attimo.

Castelli di rabbia

E' un po' come fare tante bocce di cristallo... e grandi... prima o poi te ne scoppia qualcuna... e a te chissà quante te ne sono già scoppiate, e quante te ne scoppieranno....... Però... Però quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fottitene. Ricordatene. Devi fottertene. Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella vita... e la vita vera magrai è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca....... io questo l'ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro... le sue piccoe tristi biglie infrangibili...e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo... sono belle, a me è paciuti guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentrotanta di quella roba... è una cosa che ti mette l'allegria addosso... non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita.