venerdì 15 maggio 2009

Feng-shui

Oggi è stata una giornata una giornata un po’ così.
Ognuno l’ha vissuta come più ha preferito, o come il destino gliel’aveva scritta.
C’è chi ha parlato, parlato a nastro, senza interruzione; c’è chi è rimasto zitto ad ascoltare quello che parlava; c’è chi è salito in treno e non pensava di dover affrontare la telefonata che ha ricevuto tre minuti più tardi. Altri hanno deciso per una pacca sulle spalle, altri ancora per una busta imbottita e un indirizzo scritto a pennarello. A qualcuno è capitato di urlare più forte di quello che avrebbe voluto, o di lasciare la saponetta nel posto sbagliato. A me è toccato in sorte di entrare in gelateria e ordinare un frappé al cioccolato, cannuccia gialla, e tornare a casa a studiare Kant. Poi sono scesa, mi sono affacciata al portone e ho ascoltato chi parlava a nastro, guardando chi invece ascoltava. Tornata di sopra, ho aperto lo sportello bianco della cucina, quello grande in angolo, e ho preso un sacco di plastica giallo, di quelli del secco. Arrivata in soppalco, ho acceso i Depeche Mode e ho aperto completamente l’abbaino. Con il sacco giallo in mano, ho cominciato a spazzare via tutto quello che c’era sulla libreria, sistematicamente, ripiano dopo ripiano. Poi sono passata ai cassetti e infine alla scrivania. È finito tutto dentro al sacco, a eccezione di poche cose, quelle davvero importanti. Avevo bisogno di spazio, di ordine, di pulito. Con un panno ho tolto la polvere da tutta la stanza, ho spazzato per terra e lavato i vetri. Sulla scrivania ho aperto una scatola di latta e ne ho svuotato il contenuto. È spuntato fuori, tra le altre carte e cartine, un post-it completamente scritto. Vuoi sapere cosa c’era sopra? C’era la fedele trascrizione di sei o sette messaggi, tuoi, di quando probabilmente non avevo il quaderno sottomano per trascriverli. Solo allora mi sono fermata. Non mi era successo niente nemmeno pulendo col vetril le scritte sul vetro della scrivania, che pian piano si stanno cancellando da sole. Ma cazzo, quel post-it, dovevi vederlo. Mi si è stretto il cuore. Un po’ come se si fosse abbracciato da solo, solo che ha premuto un po’ troppo e mi ha fatto male. Ho trattenuto il respiro e ho letto i messaggi che c’erano scritti sopra, con tanto di data e ora precise, e vuoi sapere anche che giorno era? Quello in cui sei venuta a dormire da me e abbiamo guardato Elizabethtown tutta la notte con i sottotitoli, io che piangevo e tu che ridevi.
In piedi sopra il divano, mi sono sporta dall’abbaino e ho dato fuoco a quel pezzetto di carta con l’accendino nero. C’è voluto un po’ di tempo perché non bruciava bene, e alla fine è rimasto solo quel fragile scheletro di cenere. Ti ricorda niente l’aggettivo “fragile”? Comunque, non prenderla sul personale. C’è voluto tanto di quel coraggio, credimi, ma ne avevo bisogno. Non posso rimanere attaccata al passato il modo così maniacale. Mi soffoca.
Ora la stanza e vuota e arieggiata.
E io non ho studiato Kant, ma almeno mi sono fatta del bene.

Un bacio alla mia coinqui, che ne ha davvero bisogno. Ti voglio bene sirenetta. XD

Canzone: Heart -No Other Love-

4 commenti:

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  2. dunque, analizzando in successione gli avvenimenti della tua giornata si possono capire molte cose. In particolare,gli episodi sono tutti collegati tra di loro e tu sei la protagonista centrale, o meglio, la tua mente lo è. Tu guidi il gioco. Tu sei il boss. Il tuo ES tutto questo l'ha capito e, da ottimo -attore- della tua mente, ti induce a svuotare tutto. A svuotarti tutto. cartacce comprese. (vedi, ti ha fatto pure il favore di riordinare il soppalco, inconsciamente)

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  3. grazie coinqui!
    che onore, grazie mille per esserci quando ho bisogno (e anche quando non ne ho)


    ahah voglio vederti in tenuta donna della fortuna(vestito rosso svolazzante) e voglio vedermi stile sorella mcleod!

    ti voglio bene.

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  4. la maggiore difficoltà sta nel capire cosa ci faceva il sacchetto per il secco in frigo

    ma magari era uno di quelli biodegradabili(non esistono sacchetti del secco biodegradabili) e quindi lo tenevi in un luogo fresco e asciutto perchè non si decomponesse

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