lunedì 15 giugno 2009

"La voce mi aveva fatto venire una piccola vertigine dietro alla nuca"

la mia casa è buia. ha i balconi chiusi e le tende tirate per non far entrare il sole. quando ieri sera sono uscita da qui, mi girava la testa. ho ascoltato Roads al buio due volte prima di riuscire a calmarmi, seduta per terra sul cemento rovente. prima di stendemi in un altro letto, ho mangiato cereali allo yogurt e guardato puntate già viste di cartoni animati aspettando che la notte si trasformasse in un altro giorno. la consistenza fisica di te stesa al mio fianco. il tuo sapore ancora sulle labbra. adesso sono di nuovo qui, ho aperto la porta in silenzio e sono salita facendo attenzione a non far schricchiolare i gradini. ho aperto l'acqua della doccia, bollente più dell'aria fuori ma meno dell'aria dentro. ora ho un vestito a fiorellini bianchi e mi sono accorta di aver perso un pezzo di orechino, quello sinistro. il rumore del ventilatore ronza nelle orecchie e continuo a versare bicchieri d'acqua, uno dopo l'altro, senza interruzione. l'acqua mi fa pensare a te. la fitta allo stomaco che provo da giorni è puramente psicosomatica, ed è inversamente proporzionale al tuo essere qui. più ti allontani e più si intensifica. cammino per casa a occhi chiusi, nemmeno tanto piano, e aspetto di andare a sbattere contro qualcosa che non arriva. appoggio bene le piante dei piedi per terra, contro il marmo freddo, e non protendo le mani in avanti. conosco troppo bene queste stanze per inciampare in uno scalino nascosto.

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